Sulla logistica fuori Vinitaly bisogna lavorarci ancora

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In uno dei comunicati stampa post Vinitaly 2022 ho letto il parere espresso da Alessandro Cellai, enologo e direttore generale della realtà toscana di Vallepicciola: “Questo Vinitaly – ha detto – è andato oltre le più rosee aspettative”. La stessa frase l’ho sentita pronunciare da numerosi altri espositori. Si tratta di un’affermazione che ho fatto anch’io. È verissimo, quest’anno Vinitaly è andato oltre le attese, soprattutto perché la svolta verso una fiera veramente B2B è stata abbastanza netta, il che è una gran cosa. Tuttavia, dal lato della logistica si sono verificate ancora lacune, e lo dico senza alcuno spirito di contestazione, ma piuttosto come suggerimento per lavorarci pro futuro. A dire il vero, l’unica vera lacuna irrisolta – e non tocca solo Veronafiere – è stata quella relativa alla gestione operativa dei parcheggi.

Pur essendo arrivata molta meno gente del 2019 (il che era inevitabile, stante il contesto internazionale, e voluto, stante il cambio di prospettiva sopra annotato), l’uscita serale dai parcheggi intorno alla fiera si è confermata l’incubo degli scorsi anni, se possibile addirittura in peggioramento. In particolare, ritengo che sia da rivedere la gestione della biglietteria dei posteggi. La mattina, il pagamento degli ingressi ai posteggi crea code agli ingressi e conseguente blocco del traffico, ma l’alternativa della riscossione serale del ticket è ancora peggio, soprattutto in assenza di una corsia preferenziale di uscita per chi ha già pagato all’ingresso o per chi dispone di un pass. I pur volonterosi addetti nulla possono a fronte di una gestione “mista” che li costringe a controlli sistematici alle uscite, ma ogni ticket da riscuotere comporta code e ritardi spaventosi per chi deve uscire. La soluzione non la conosco, ma mi chiedo se non si possa pensare a soluzioni più smart, a cominciare da varchi dotati di Telepass.

Si dirà che basta parcheggiare più lontano dalla fiera, usando il servizio delle navette gratuite. Vero, e sono un sostenitore di questa soluzione, ma c’è qualcosa che non mi ha convinto. La mia impressione – che può essere certamente smentita da chi di competenza, perché non dispongo di dati statistici adeguati (non a caso parlo di “impressione”) – è che i nuovi tracciati delle navette abbiano aumentato i tempi di percorrenza, rendendo meno funzionale la scelta di posteggiare lontano. Capisco l’obiettivo di spostare sulla porta Re Teodorico una fetta molto ampia degli ingressi, liberando il più possibile i cancelli San Zeno e Cangrande, ma allora va ripensata la viabilità dei mezzi pubblici. Altrimenti si vanifica parte dell’opportunità offerta ad esempio dai parcheggi dello Stadio.

A prescindere da quanto detto, tutte le aree a parcheggio dovrebbero essere oggetto di maggiori attenzioni, soprattutto per quanto riguarda la manutenzione e la pulizia. Lo stato  in cui versava qualche area mi ha lasciato perplesso.

Invece, vorrei spendere una parola positiva per la gestione dei servizi igienici interni alla fiera. Avendo fatto il nomade tra i  padiglioni, mi è capitato di entrare in varie toilette (faceva caldo e si beveva parecchia acqua, con le conseguenze del caso). Ebbene, non mi è mai toccato fare code e ho sempre trovato pulizia, cosa non così scontata per un evento che ha concentrato nel quartiere fieristico una media di 25 mila persone al giorno. Dico di più. Ogni volta, ho visto le signore addette alla pulizia impegnate a lavare i pavimenti o a rifornire i contenitori delle salviette, del sapone o del gel igienizzante. Complimenti, e grazie.

Un plauso va fatto anche all’amplissima disponibilità di mascherine ffp2 gratuite. Ce n’erano a tutti gli ingressi. Peccato che in troppi, dentro la fiera, non le portassero. E francamente ho trovato insopportabili quelli che, pregati di indossarle da parte degli addetti alla sicurezza che giravano per i corridoi, hanno fatto spallucce, fregandosene. Ma dal lato della civiltà c’è poco da fare per portare dei correttivi.

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2 comments

  1. VITTORIO FIORE

    Bene quello che scrive Angelo Peretti sulla situazione Vinitaly 2022. Tuttavia, da decennale frequentatore di Fiere e Manifestazioni vinicole di tutti i generi, non mi capacito che il Vinitaly non sia ancora riuscito a realizzare un cambiamento strutturale della propria condizione di partecipazione dei visitatori e di presenza degli espositori, assillati – ogni santo giorno, e se condizionati dal muoversi in autovettura – dal pensiero di impiegare un paio d’ore al mattino per entrare in Fiera ed un altro paio d’ore la sera per uscirne. Questa condizione – che a prima vista potrebbe apparire accessoria – diventa un vero e proprio affaticamento, anche mentale, per chi arriva e riparte in macchina.
    Detto questo, che – sottolineo – non è affatto di secondaria importanza, non ho ancora capito perché la compagine societaria che gestisce il Vinitaly, non abbia seguito l’esempio di altre importanti Fiere nel mondo, a partire da quella di Milano che – dopo aver venduto a caro prezzo gli immobili che ormai si trovavano circondati dalla città – si è comprata diversi ettari di terra in quel di Rho, dove, con servizi pubblici (alberghi, treni, aerei, autobus, metropolitana) ha creato una condizione ottimale di partecipazione e di presenza, realizzando una funzionalità eccellente, riuscendo – in contemporanea – a modernizzare tutte le strutture fieristiche interne e ad abbattere le negatività legate alla condizione di una simile manifestazione gestita all’interno di una metropoli com’è Milano, che – volere o volare e logistica a parte – manifestava comunque segni di obsolescenza insormontabili, che inevitabilmente ne impedivano qualsiasi sviluppo possibile.
    Non parliamo poi della Prowein di Dusseldorf, che – collocata anch’essa ad alcuni km dalla città e sulla riva del Reno – oltre a tutti i benefit che ho appena elencato, permette a visitatori ed espositori in possesso del pass per la Fiera, di avvalersi gratuitamente di tutti i mezzi di trasporto pubblico cittadino (oltretutto molto funzionale), che permettono, anche a chi ha scelto di soggiornare in alberghi cittadini, di raggiungere la Fiera al mattino in circa mezz’ora comodamente seduti in treno o sul tram o in taxi o con la propria autovettura e la sera lasciare la Fiera con le stesse comodità.
    Un saluto.
    Vittorio Fiore

  2. Angelo Peretti

    Angelo Peretti

    Ringrazio per queste riflessioni, che sono anche mie e che coinvolgono ovviamente, oltre che la fiera, anche la politica veronese.

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