Il mercato parallelo dei biglietti del Vinitaly

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Vinitaly dichiara di essere una fiera professionale, aperta ai soli operatori. Invece entrano anche i non operatori e tra di loro pure i ragazzotti intenzionati solo a sbronzarsi, con conseguenti orride scene all’orario di chiusura. Certo, il fenomeno, con l’aumento dei prezzi dei biglietti, arrivati a 80 euro (75 on line), s’è affievolito, ma resta un problema.

Di questioni aperte in realtà ce n’è un’altra, ossia come faccia a procurarsi un ingresso così tanta gente che certamente non può essere classificata nelle categorie degli operatori. Be’, non è così difficile, a quanto sembra, e non occorre nemmeno sborsare 80 euro, ché i ticket d’ingresso li trovate perfino gratis, o quanto meno a prezzi stracciati.

Gratis. Ci sono aziende, enoteche, associazioni (anche di produttori) che i biglietti li regalano ai loro clienti, magari ideando campagne di marketing ad hoc (compra bottiglie da noi per un valore di almeno tot euro e ti regalo il biglietto del Vinitaly). A mio avviso, Vinitaly dovrebbe vietare esplicitamente questa pratica nel suo regolamento e comunque, come ho già chiesto, dovrebbe escludere gli espositori che regalano i biglietti, violando l’essenza stessa della fiera professionale.

Sconti. Se andate a fare un rapido tour sui portali delle aste on line di biglietti del Vinitaly ne trovate fin che volete. A prezzi molto più bassi di quelli ufficiali. Ne ho visti a 40 euro. Penserete che probabilmente è qualcheduno che aveva comprato i biglietti on line e adesso non può più andare al Vinitaly e allora cerca di disfarsi degli ingressi recuperando qualcosa. Niente affatto. Sono biglietti acquistati al prezzo riservato agli espositori e poi rivenduti lucrandoci sopra. Chi ha lo stand in fiera può prendere gli ingressi a 30 euro più iva. L’iva la scarica, e dunque sono 30 euro giusti. Magari recupera in larga parte anche quelli, grazie a qualche cofinanziamento pubblico alle partecipazioni fieristiche. Dunque, vende guadagnandoci.

Ecco, allora si sappia che almeno in parte quella brutta storia dei ragazzotti che si sbronzano in fiera e dei curiosi che di certo non appartengono al mondo degli operatori trova origine proprio dagli operatori. Magari – chissà – anche qualcheduno di quelli che poi, per conquistarsi qualche like sui social, si lamentano che il Vinitaly non è solo per gli operatori.

 

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