Quest’articolo non è polemico, né ha la minima intenzione di esserlo. Quest’articolo prende semplicemente atto che l’Avresir 2020 di Villa Calicantus è buonissimo, uno dei vini rossi migliori che io abbia bevuto nel mio territorio bardolinese, ed è assolutamente territoriale, ma non porta in etichetta la denominazione di origine, perché è stato bocciato dalla commissione di degustazione della pur validissima società di certificazione locale. Una svista, suppongo, che però rafforza la mia idea, più volte espressa, sul fatto che le commissioni di degustazione, anche le migliori, siano superate.
Daniele Delaini, il vignaiolo di Villa Calicantus, realtà di punta del piccolo mondo “naturale” gardesano, la bocciatura l’ha presa con filosofia e ci ha perfino scherzato su, al punto che in etichetta, al posto di “Avresir Bardolino Superiore denominazione di origine controllata e garantita” ci ha scritto” Avresir Barlume Superstite denudato di ogni costrizione e gabbia”, le cui iniziali sono identiche a quelle della denominazione.
Com’è il vino? È esattamente quel che mi aspetto da un rosso bardolinista che guarda in alto, e dunque è fruttato e speziato e sapido, con il frutto che viene soprattutto dalla corvina veronese, la spezia dalla rondinella e la sapidità dalla molinara. Secchissimo e austero, come devono essere i grandi vini rossi, e come erano i grandi Bardolino del passato, e anche del tutto gastronomico, come devono essere i vini gardesani. Un vino elegante già adesso, e destinato, a mio avviso, a rendersi ancora più fine e complesso con il passare del tempo. Magari qualcuno potrebbe avere qualcosa da ridire sul colore, che non ha la lucentezza convenzionale del rubino, ma è un dettaglio irrilevante e anzi è inevitabile e autentico se si fa lunga sosta in botte grande e nell’uvaggio si usa tanta rondinella, che rubino non è. Io non me ne cruccio di certo, e il vino lo bevo con piacere.
Vino Rosso Avresir XX 2020 Villa Calicantus
(93/100)
