Valdespino è una bodega storica, che possiede alcuni dei vigneti più qualitativi della regione di Jerez, ad esempio il Macharnudo. Oggi il marchio appartiene a un grande gruppo agroalimentare, il Grupo Estévez. Alcuni dei suoi vini sono tuttora tra i più rappresentativi della classicità di Jerez. Di seguito ne racconto le mie impressioni.
Sanlúcar de Barrameda Manzanilla La Guita. Una nota salina che ricorda subito il saké, minerale e con un palato di mela verde, la flor conferisce degli aromi delicati di lievito. (86/100)
Sanlúcar de Barrameda Manzanilla La Guita Pasada en Rama. Le uve provengono dal famoso Pago de Miraflores. Dopo dieci anni sui lieviti in solera dinamica, il vino acquisisce una tinta intensa e dei profumi netti che conservano la finezza che si ritrova nelle migliori manzanilla. Elegante e con buona acidità, una espressione del suo territorio. (90/100)
Jerez Amontillado La Guita. È un vino di recente produzione nella vasta gamma di questa cantina. Resta dieci anni sotto la flor, più altri cinque in ossidazione. Odora di frutta tostata, olive e fiori. Un approccio non estremo e per questo adatto anche a chi non è appassionato “all’ultimo stadio” (come lo può essere chi scrive). Finale avvolgente e rassicurante, facile e piacevole. (91/100)
Jerez Amontillado Tio Diego. Le uve arrivano da un single vineyard, il celebre Macharnudo. Più salino e terroso, acquisisce la sua complessità da un invecchiamento di dieciassette anni. Molto minerale e floreale, quasi timoroso, ha un aspetto più biologico (da fino per intenderci) che da ossidazione. (92/100)
Jerez Amontillado del Principe. Qui l’affinamento è più breve, quindici anni, ma l’aspetto ossidativo è più presente. Al naso agrumi, spezie e fiori. Un insieme piuttosto potente ed alcolico, termina su note di curry e nocciole tostate. (92/100)
Jerez Oloroso Almirante. Naso “aperto” di curry, arance, pepe. Ha un bel frutto sullo sfondo. Acido e potente, ha una grande lunghezza salina molto delicata, per terminare con frutta matura, caramello, legno nobile e spezie. (93/100)
Jerez Palo Cortado Viejo C.P. VOS. Ha un’età media di venti anni e una complessità che inizia da un aspetto molto legato agli odori del lievito per dirigersi verso una più decisa ossidazione. Le uve arrivano dal vigneto Macharnudo e questo assicura una grande finezza alla beva, più elegante che muscolosa. Uno dei più fini e lunghi che abbia assaggiato, con un forte aspetto territoriale. (95/100)
Jerez Palo Cortado Cardenal VORS. Anche se è dichiarato con una età media di trent’anni, in realtà ne ha tra i sessanta e i settanta. I pochi grammi di zucchero residuo non si percepiscono per l’equilibrio del liquido. Ha un aspetto “vissuto”, profuma di spezie, fava tonka, sigaro, mare e fiori, uno dei nasi più selvaggi che abbia sentito in uno Jerez. Ricco, potente e lungo, non accetta compromessi per questa sua acidità tagliente che accentua il lato salato e marino. Finale sensuale di rosa, arancia distillata, capperi e foglia di pomodoro. Grandissimo vino. (98/100)
Jerez Amontillado Coliseo VORS. Deriva da una manzanilla di Sanlùcar, del vigneto Macharnudo. Un insieme molto pungente che non concede nulla alla semplicità. Odori di mare mosso, cappero, alghe. Completamente secco e verticale, porta tutte le sensazioni verso una essenzialità difficilmente riscontrabile altrove. Una trama particolare e un finale come una lama affilata che ricorda un brandy, ma più asciutto. (99/100)
Jerez Oloroso Solera de su Majestad VORS. Qui siamo nel vigneto Pago de Carrascal. L’affinamento ossidativo supera la media di trent’anni. Spesso gli oloroso di questa età rischiano di essere aggressivi. Qui invece è tutto piuttosto morbido e rotondo, anche se il finale diventa più severo. Un mix di sensazioni tra il floreale, lo speziato e il tostato. (93/100)