Quando la gastronomicità di un vino prevale su tutto

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In una degustazione alla cieca, servito in batteria con vari altri vini, probabilmente questo vino non avrebbe un grande successo. Troppo spigoloso e poco alieno alla perfezione formale per emergere. Invece a tavola, dove gli spigoli e l’informalità a volte sono un valore, te ne versi un bicchiere e poi un altro e poi un altro, e in un attimo tu e i tuoi commensali avete terminato la bottiglia. Il che significa che si tratta di un’ottima bottiglia e che bere e degustare sono due attività molto diverse e a volte perfino incompatibili.

Sto parlando del Monthélie Premier Cru Sur la Velle di Julien Altaber, che ha fondato la sua azienda, Sextant, nel 2007, dopo aver fatto esperienza in una grande maison di Beaune e successivamente da Dominique Derain, uno dei pionieri del vino naturale di Borgogna. Proprio qui ha ricevuto l’incoraggiamento a mettersi in proprio. Ora coltiva otto ettari e fa anche un po’ il négociant.

Fruttino asprigno, beva salata, tannino rustico ma perfettamente integrato, gastronomicità assoluta: sono queste le caratteristiche che mi hanno fatto apprezzare il Sur la Velle 2017. L’ho pagato intorno ai 36 euro su un ecommerce francese. Lo ricompro sicuramente.

Monthélie Premier Cru Sur la Velle 2017 Julien Altaber Sextant
(94/100)

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