Il 4 Nuits di Roger Brun, Champagne Rosé dell’anno

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Eccolo il mio rosé dell’anno. È lo Champagne Aÿ Grand Cru 4 Nuits Roger Brun.

Non ne posso francamente più dei rosé che sono in realtà dei bianchi travestiti. Come moda richiede, ormai il rosé è prodotto al solo scopo di soddisfare la vista. Ma a chi vi scrive lo Champagne piace berlo e non guardarlo. Quindi datemi un vino e non una caricatura, datemi qualcosa con carattere e che si distingua da un bianco, altrimenti compro quest’ultimo. Fine della polemica.

Il nome, “4 Nuits” dovrebbe già farvi capire che si tratta di una cosa molto particolare, frutto della macerazione di solo pinot noir per 4 giorni. Le uve provengono da alcuni dei migliori vigneti di pinot nero della Champagne, tutti inclusi nel villaggio di Ay, uno dei grands crus della regione. La malolattica è svolta, mentre il dosaggio è quasi inesistente: 0,5 grammi-litro. Siamo nel campo dei brut nature.

Dimenticate qualsiasi altro rosé che vi è capitato di bere. Già il colore lo colloca più vicino ad un rosso che a un rosé. Grande maturità, frutto pieno ed evoluto, complessità quasi imbarazzante. Ci troviamo di fronte a un vino, e come tale deve essere trattato. Non prova nemmeno a essere banale, senza mai scadere nell’ossidazione. La sfiora pericolosamente, ma questo è parte del gioco.

Direi che si può bere così com’è per il piacere della scoperta, ma che trova a tavola la sua naturale espressione. Io lo vedo con un arrosto importante, magari con cacciagione.

Champagne Aÿ Grand Cru 4 Nuits Roger Brun
(95/100)

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