Il Côte du Py di Desvignes, Beaujolais esemplare

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Se dovessi pensare a un Beaujolais esemplare, utile a dimostrare cosa può arrivare ad essere un grande gamay, potrei prendere in prestito il Morgon Côte du Py di Desvignes. Capisco che qualcuno possa obiettare che è, appunto, un Morgon, e che come tale non rappresenta una intera regione. Osservazione giusta, ma rispondo che non esiste un vino che possa svolgere questa funzione: sto solo cercando di dare un flash, una immagine di quello che a mio avviso è un ideale, e come tale va considerato.

Nella sua più pura espressione, nel Beaujolais il gamay dà un vino succoso, minerale, con un frutto nitido non inquinato da legno o da concentrazioni fuori luogo. E con una beva con pochi uguali. E credo anche che questo sia il ritratto di un vino moderno, leggero e sorbevole, senza scadere nella trappola del banale o del vino seriale.

Questo in verità è un Morgon dall’alto profilo, territoriale fino all’ultima goccia. C’è un lato terroso, ci trovate poi i fiori, tanti fiori, la buccia d’arancia. Nel calice ha una presenza impressionante anche dopo molti minuti e dopo giorni dall’apertura. Palato fine, tannino di seta, finale vibrante e fresco, salino e senza cedimenti. Pur non essendo un vino naturale, ne ricalca molte caratteristiche, per la sua spontaneità e profondità. Devo aggiungere che ha un costo ragionevolissimo nel contesto di un mercato inflazionato?

Morgon Côte du Py 2016 Louis Claude Desvignes
(95/100)

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