Il sistema delle doc è già vecchio?

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Reggerà ancora a lungo l’attuale sistema dei vini a denominazione di origine italiani? Difficile, proprio diffiile dirlo, e i segnali di scricchiolio non sono pochi in questo 2016. Personalmente penso che molte doc siano destinate a scomparire, e l’ho già scritto. Penso anche che la “rivoluzione” accaduta a Nord Est con la nascita di due colossi come Prosecco e Pinot Grigio delle Venezie, che insieme rappresentano più di un quarto del vino italiano a denominazione di origine, sia destinata a lasciare il segno sull’intero impianto delle doc e delle igt italiane. Però a dire chiaro e tondo che il sistema va rivisto è Sandro Boscaini, presidente della Masi, ma anche di Federvini, la federazione dell’industria del vino. Leggo sul quotidiano L’Arena che Boscaini la pensa così: “Ci chiediamo se l’attuale sistema delle doc e delle igt ci aiuti a progredire o se sia troppo farraginoso o non sufficientemente aggiornato rispetto alla velocità del mercato. Le istituzioni dovrebbero ripensare a politiche di tutela e valorizzazione territoriali. Dovremmo chiedere una razionalizzazione del sistema attuale”.
Il sistema attuale ha appena sei anni. È regolato dal decreto legislativo 61 dell’8 aprile 2010 sulla “Tutela delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche dei vini”. Dalla primavera del 2010 a oggi il mondo è cambiato parecchio, e ci si potrebbe chiedere se quel decreto non sia nato già vecchio.