Il Lovamor e il sale dell’albillo (conoscete l’albillo?)

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I motivi che mi hanno spinto ad acquistare una bottiglia del Lovamor, un vino bianco spagnolo della regione di Castiglia e León, sono due. Il primo è il tono ironico dell’etichetta, che mostra il disegno di una Cappuccetto Rosso in tacchi a spillo che bacia sulla bocca il lupo, tenendogli amorevolmente le zampe (e poi dicono che le etichette non fanno vendere il vino, pensa un po’). Il secondo motivo è che si tratta di un vino bianco fatto con la varietà spagnola dell’albillo di una vigna ottantenne, ed ero molto incuriosito da quest’uva, che avevo letto essere stata in passato considerata soprattutto una cultivar da tavola, e invece fa vini di tutto rispetto. Sì, perché questo Lovamor si beve che è un piacere, anche se ha una struttura mica da poco, il che è un’altra caratteristica, da quel che ho capito, dei vini fatti con l’albillo.

Lievemente torbido alla vista per via dell’assenza di filtratura, questo bianco sfodera d’immediato un accattivante bouquet floreale, con tracce di fieno e di paglia e vene cerealicole. Il sorso, molto secco, è sospinto da un’evidente presenza salina, che chiama la tavola e il cibo, che asseconda senza alcuna prevaricazione. Ecco, è un bianco fatto apposta per la gastronomia e per la conversazione. Lo produce l’azienda Alfredo Maestro a Peñafiel, dalle parti di Valladolid. Costa, on line, poco meno di quindici euro, il che rappresenta un buon acquisto, e infatti alla prima occasione penso di riacquistarlo.

Vino de la Tierra de Castilla y Leon Albillo Lovamor 2020 Alfredo Maestro
(90/100)

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