La porta en litro de quel bon!

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Quando frequentavo l’allegra brigata del gruppo corale del mio paese d’origine (il coro La Rocca, a Garda), finiva spesso che si stappassero bottiglie a nastro e si cantasse, e tra i canti ce n’era uno che diceva: “Se ‘l parón nol vol che cantemo dispeto ghe femo, cantemo così: la porta en litro de quel bon!” (traduco per i non veneti: “Se il padrone non vuol che cantiamo, gli facciamo dispetto, cantiamo così: porti un litro di quello buono!”).
Ecco, il litro era la misura del vino da osteria, da compagnia, da fratellanza. Oggi sta tornando a far capolino, il litro. Tant’è che ne ha parlato anche una delle maggiori testate internazionali di settore, Wine Enthusiast, con un articolo di Jameson Fink titolato “Follow the Liter“, segui il litro. Che vede il bottiglione da un litro come un formato “festive”, ossia gioioso, da compagnia amicale, insomma.
“Sono poche le aziende che usano questo formato – scrive Fink -, ma è quel che va bene per passare il tempo a chiacchierare, specialmente quando è confezionato con il tappo a corona, che molti assocerebbero alla birra. E nel mentre c’è un tempo e un luogo per usare i vostri calici migliori, questi vini dalla confezione informale sono deliziosi perfino quando li si gode in un tumbler”.
Già, a Verona per bere il vino si usava il gòto, il bicchiere tozzo, quello che gli americani chiamano tumbler, appunto. Perché no? Perché non ci si può tornare? Con i vini da compagnia, mica quelli da degustazione. E ce n’è, di quei vini, anche in formato da litro.
Wine Enthusiast ne indica quattro.
Il primo lo bevo abbastanza spesso, e mi piace parecchio, ed è italiano: è l’Unlitro di Ampelaia, un blend fatto con mano sicura da Elisabetta Foradori con alicante (il grenache), carignano e alicante bouschet in terra maremmana. Un gioiellino, dico io.
Poi, nell’ordine, Fink presenta altre bottiglie da un litro che varrebbe la pena bere (uso il condizionale, perché non so se avrò mai occasione di farlo, e però le berrei volentieri): il Tendu, un rosso californiano fatto con aglianico, montepulciano e barbera, il Loca Linda, un torrontes de La Rioja, in Argentina, e il Grüner Veltliner austriaco della Weingut H.u.M. Hofer, da agricoltura bio.
Avanti con il litro, e che sia di quello buono!