Il Prosecco e le sue (tante) imitazioni

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Com’è che diceva la Settimana Enigmistica? “La rivista che vanta innumerevoli tentativi di imitazione”. Ecco, potrebbero scriverlo anche sulla porta d’ingresso del Consorzio di tutela del Prosecco, nel bel palazzotto affacciato su piazza dei Filodrammatici, nel centro di Treviso. Perché il Prosecco è il vino in maggior spolvero del momento sul mercato italiano e anche e soprattutto su quello internazionale, e dunque viene spesso copiato e imitato e clonato.
Un quadro di sintesi di quanto debba lavorare il Consorzio prosecchista per tutelare la doc dai vari taroccamenti l’ha fornito l’ampia ed eccellente relazione che il presidente Stefano Zanette ha letto in occasione della recente assemblea dei soci, chiamata a rinnovare le cariche sociali. Vi si dice che “il Consorzio ha intrapreso una composita azione di tutela dei marchi, volta a contrastare il proliferare di nomi evocativi, imitativi e usurpativi a livello nazionale e internazionale”. Per esempio, “azioni di annullamento e opposizione del marchio sono state condotte soprattutto in Germania, ove maggiormente sono presenti fenomeni di questo tipo, in Regno Unito e in Moldavia. Altre azioni avverso marchi lesivi della denominazione sono state condotte in Italia e in Brasile”.
Poi, si sa, c’è stata la questione del sedicente Prosecco venduto alla spina in Inghilterra. “Le attività concernenti il falso Prosecco alla spina commercializzato in UK – ha spiegato Zanette – hanno permesso, oltre che di bloccare tale pratica lesiva in molti locali londinesi, di oscurare alcuni siti internet che presentavano vino generico come Prosecco”. Ancora “altre segnalazioni riguardanti il medesimo problema, invece, sono state trasmesse alle autorità polacche”. Non è finita, perché ci si è dovuti battere anche “per contrastare la commercializzazione di vini prodotti in Ungheria evidentemente evocativi del Prosecco”.
Insomma, tutti dicono Prosecco, anche quando Prosecco non lo è per niente. Il prezzo del successo è anche questo.
Mi era sfuggito, tuttavia, che il Consorzio del Prosecco doc, insieme a quello del Conegliano Valdobbiadene e dell’Asolo, avesse dato vita anche a una società, la Sistema Prosecco (una cooperativa a responsabilità limitata), la cui mission è proprio quella di tutelare il marchio Prosecco a livello mondiale. “Scopo della società, infatti – ha detto Zanette -, è garantire in Italia e all’estero il corretto utilizzo del termine Prosecco, problema comune ai tre soci i quali hanno deciso, con la costituzione della società, di mettere insieme le forze nella lotta alla contraffazione e di presentarsi come intero Sistema Prosecco a livello istituzionale di fronte ai casi di utilizzo impropri”. Nel consiglio d’amministrazione ci sono i rappresentati del Prosecco doc e delle due docg prosecchiste. Bella cosa.

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