Volnay, soprattutto la quiete

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Non sono abbastanza ferrato sulle cose della Borgogna vinicola per dire se il Volnay che al Domaine Henri Delagrange et Fils traggono dalle vecchie vigne dei loro vigneti possieda fino in fondo i crismi della tipicità e della territorialità, se insomma sia da ascrivere tra le bottiglie meglio identificative dell’area o se sia soltanto (e già non è poco) un vino ben fatto, ma lontano dai vertici rappresentativi dell’appellation. Tuttavia, a me è piaciuto molto, e credo che questa sia la cosa che, per me, deve contare di più, perché, alla fin fine, sono e resto convinto che il vino si racchiuda tutto più o meno in due categorie, quella del “mi piace” e quella del “non mi piace”.

Sa, questo vino, del succo acidulo, profumatissimo e solare di quei pomodorini del piennolo che maturano di fuori dalle case sul Vesuvio, e mi è parso curioso ritrovarne la memoria in una bottiglia che viene da latitudini così settentrionali. Possiede anche, e qui invece torna la settentrionalità del vino borgognone, una delicatezza quasi floreale, tratteggiata all’acquarello, che ti distende e ti consola sorso dopo sorso. È questa l’indole che sono contento di trovare nei vini delle mie domeniche, quando cerco la quiete, soprattutto la quiete.

(Mi domando se sia così strettamente necessario possedere le nozioni che non ho – su Volnay, sulla Borgogna, su altre terre del vino – quando il piacere vince su tutto.)

Volnay Vielles Vignes 2019 Domaine Henri Delagrange et Fils
(92/100)

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