Atteone, un rosso marino

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Ci sono persone che possiedono la capacità innata di sognare e di giocare con  i loro sogni. Credo che Gianni Moscardini, agronomo e vignaiolo sulla Costa degli Etruschi, in Alta Maremma, sia una di queste persone. Infatti, una quindicina d’anni fa studiò i suoli dei terreni di famiglia, capì quali vitigni italiani o forestieri potessero adattarcisi, e decise d’impiantare vigneti e fare cantina. Tutto progettato da zero a Pomaia, frazione del comune pisano di Santa Luce, otto chilometri dal mare.

Moscardini non lo conosco di persona, però ho bevuto il suo Cabernet Franc del 2019, nato sotto la doc piccola piccola di Montescudaio. Il vino, vestito d’un rosso rubino brillante, si chiama Atteone. Il nome proviene dalla mitologia greca. Atteone era un cacciatore. Durante una battuta di caccia, sorprese la dea Artemide mentre faceva il bagno, nuda, insieme alle sue compagne. Accortasi della sua presenza, Artemide lo trasformò in cervo, perché non potesse rivelare a nessuno quanto aveva visto. La fine fu drammatica. Atteone venne raggiunto dai suoi cani, che non lo riconobbero nelle sembianze del cervo e lo sbranarono. Se il mito raccontato dal nome è triste, il vino, invece, è molto buono e ristoratore.

Appena versato, ha profumi decisamente varietali, con il fruttino fitto e maturo e la vena officinale. Lo bevi e subito il sale ti inonda il palato. È un rosso marino. Porta con sé tracce dell’alga macerata dalla risacca. Un pizzicore pepato accompagna la beva e la rende complessa. La territorialità è avvincente.

In etichetta leggo che la percentuale d’alcol è di quattordici e mezzo, ma non me ne sono accorto, ed è un bel segno. Significa che il vino ha equilibrio, dote che al giorno d’oggi non è scontata. Mi si dice che quella del 2019 è solo la seconda vendemmia dalle vigne di cabernet franc. Il risultato è dunque ancora più sorprendente. Complimenti.

Montescudaio Cabernet Franc Atteone 2019 Gianni Moscardini
(90/100)

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