Il Vino della Pace, frutto della Vigna del Mondo

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A Cormons esiste un vigneto di circa due ettari dove convivono quasi 550 vitigni provenienti da tutto il mondo. Si chiama La Vigna del Mondo ed è opera dei soci della Cantina di Cormons.
Da questa vigna nasce il “Vino della Pace”, prodotto per la prima volta con l’annata 1985 e le cui etichette sono disegnate ogni anno da tre famosi pittori (Arnaldo Pomodoro, Enrico Bay e Zoran Music sono gli autori delle prime tre etichette).
Nel corso degli anni si sono succeduti, nella realizzazione delle etichette numerosi altri pittori, citiamo a mo’ d’esempio (senza voler far torto a tutti gli altri) Luciano Minguzzi, Salvatore Fiume, Giacomo Manzù, Alìgi Sassu, Ernesto Treccani, Yoko Ono, Emilio Tadini, Dario Fo, Fernando Botero.
L’elenco dei vitigni utilizzati non è statico, ma è in “work in progress”, dato che se n’aggiunge sempre qualcuno di nuovo e la vinificazione avviene in bianco.
La produzione s’attesta attorno alle 8.000 bottiglie per anno (dipende dall’annata) e queste bottiglie (le potete trovare ancora tutte in vendita) sono contese, oltre dagli appassionati di vino anche dai collezionisti d’arte, inoltre ogni anno, una cassetta con le tre bottiglie dell’annata  viene donata a tutti i Capi di Stato (civili e religiosi) come simbolo di pace e fratellanza.
Durante la nostra presenza nel Collio, lo scorso mese di giugno, in occasione del Premio Collio, abbiamo avuto l’opportunità di partecipare ad una piccola verticale di tre annate di questo prezioso vino, dall’ultima annata in commercio sino alla 1987 (terza annata di produzione), passando per la 2002.
Eccovi le nostre impressioni:
2012
La vendemmia si è svolta il 5 ottobre ed è durata un ora e mezza, sono stati raccolti 151 quintali d’uva dai quali si sono ricavati 89 ettolitri di mosto.
La fermentazione è durata circa un mese e l’imbottigliamento è avvenuto il 24 dicembre 2013.
Le bottiglie prodotte sono state 8.000, oltre a 300 magnum.
Le tre diverse etichette sono opera dei pittori Enrico Castellani, Emilio Isgrò e del giapponese Kengiro Azuma.
Color oro, luminoso.
Intenso al naso, si colgono canditi (cedro), scorza d’arancio, pesca gialla e ananas.
Dotato di buona struttura, fresco e sapido, con una bella vena acida ed una buona complessità, emergono nuovamente le note fruttate di frutta tropicale e pesca gialla matura, lunga la persistenza.
Gran bel vino, fresco, giovane, piacevole ed al contempo di buona complessità, è quello che abbiamo preferito.
2002
La vendemmia, durata due ore, si è svolta il 28 settembre, sono stati raccolti 127 quintali d’uva con un ricavo di 60 ettolitri di mosto.
Un mese circa la durata della fermentazione, l’imbottigliamento è avvenuto il 2 settembre 2003.
8.000 le bottiglie prodotte.
I pittori che hanno realizzato le tre etichette sono i napoletani Luigi Del Pezzo e Giuseppe Maraniello e l’uruguaiano Pablo Atchugarry.
Color oro antico, intenso e luminoso.
Intenso al naso con sentori macerativi di buccia d’uva e di mela, assai complesso, ricorsa l’uva passa e il miele, accenni tostati.
Buona la struttura, sapido, con buona vena acida, sentori di mela matura e d’albicocca, buona la persistenza.
Dieci anni in più si vedono già dal colore e si sentono sia al naso che alla bocca. Il vino, pur essendo ancora molto piacevole denota qualche segno di stanchezza. L’annata poi certamente non aiuta.
1987
Tre ore di tempo ha richiesto la vendemmia dei 101,16 quintali d’uva, avvenuta il 4 ottobre 1987, 72 gli ettolitri di mosto ricavati.
Circa un mese la durata della fermentazione, dall’imbottigliamento, avvenuto il 4 maggio 1988, si sono ottenute 9.600 bottiglie.
Le etichette sono opera di Salvatore Fiume, lo svizzero Daniel Spoerri ed il francese Fernand Arman.
Bellissimo il colore, oro, intenso e luminoso.
Un poco chiuso all’inizio, s’apre poi su sentori di canditi e note balsamiche d’erbe officinali.
Ancora fresco e sapido, presenta leggeri accenni d’idrocarburi, lunga la persistenza.
Un vino notevole (ha quasi trent’anni), ancora fresco e piacevolissimo nella beva, logicamente le note olfattive virano sul terziario.

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