Vinitaly, questa sì è una grande idea!

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Non conosco di persona Ettore Nicoletto. Non l’ho mai incontrato. So che è l’amministratore delegato del Gruppo Santa Margherita e che è stato direttore export di Zonin. So tuttavia, avendo letto una sua intervista su Trebicchieri, la newsletter settimanale del Gambero Rosso, che ha lanciato un’idea estremamente brillante per il futuro di Vinitaly. Un’idea che mi entusiasma (eggià, mi faccio entusiasmare anch’io) e che sottoscrivo.
Gli si chiedeva se davvero ci sia un gap di competitività tra il Vinitaly e il ProWein tedesco.
La sua risposta la riporto integralmente: “ProWein, per sua natura, ha una forte propensione globale e darà sempre più filo da torcere alle competitor. Vinitaly deve rinnovarsi. Deve avere la forza di organizzare un simposio mondiale, per mettere il sistema Paese al centro di un progetto internazionale: discutere di riscaldamento del pianeta, business, commercio, movimenti demografici. Deve ospitare i grandi del mondo in un dibattito che alzi il livello d’attenzione e attivi scambi e competenze dalla Napa Valley al Cile. In questo modo, Vinitaly si prende la leadership mondiale del vino e si eleva come sistema fieristico. ProWein è una fiera solo business, B2B ma senz’anima, il Vinitaly deve far tesoro del suo carattere – se vogliamo – ancora folcloristico”.
La trovo, ripeto, una grandissima idea. Il Vinitaly può e deve crescere in reputazione, ma non sono i bagni o l’aria condizionata o le navette a fare la differenza. La soluzione delle questioni logistiche è importante, ma non è strategica. L’idea di fare del Vinitaly lo snodo del dibattito mondiale sulle grandi questioni del pianeta che impattano “anche” sul sistema vino è strategica, ed è, a mio avviso, splendida. È quel che è mancato all’Expo, e probabilmente non poteva essere diversamente. È quel che potrebbe costituire il punto di snodo di Vinitaly per dargli una vera dimensione internazionale. È quello di cui ha certamente bisogno il vino italiano per assumere realmente una leadership globale. Ritengo che in Italia ci siano le risorse per farlo. Valorizziamole.