Ecco com’è un buon passito, fatto col Fior d’Arancio

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Fior d’arancio è il nome che si dà al moscato coltivato sui Colli Euganei, nella provincia di Padova. Da quelle parti c’è chi lo vinifica con le bollicine, chi ne fa versioni secche e chi invece preferisce appassire le uve per trarci un vino dolce. La terza opzione è quella che probabilmente richiede maggiore coraggio, perché oggidì è difficilissimo vendere dei vini dolci, dei passiti.

Sembra che la gente non ne voglia più sapere di passiti, ed è un peccato, perché talvolta – ripeto, talvolta – ci si trovano dei capolavori. E il capolavoro lo si ha quando la dolcezza è tenuta in equilibrio della dolcezza e daklal complessità, e si tratta di un equilibrio quasi miracoloso, talvolta.

Un gioiellino è il passito che dal moscato fior d’arancio tira fuori Cà Lustra, sulle pendici meridionali del Monte Venda, il più alto dei Colli Euganei. Ne ho assaggiato l’annata 2013 durante una degustazione organizzata da VinNatur.

Ambrato. Al naso le classiche note di arancia candita, uva passa, miele, fico secco, In bocca riesce ad esprimesi con una buona freschezza, tendendo a note ancora agumate, di arancia e mandarino, cui si sommano presenze fitte e finissime di erbe aromatiche. Evolve con delicatezza e continuità verso sottilissime vene di liquirizia. Davvero un bel vino, un bel passito.

Colli Euganei Fior d’Arancio Passito Zanovello 2013 Cà Lustra
(94/100)

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