I Rifugi, della magnifica (sì, magnifica) annata 2014

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Se c’è ancora qualcuno che crede che il terroir non abbia alcuna ragione di esistere, gli consiglio di provare (uno fra tanti) il Sangiovese fatto in Romagna. È così evidente l’enorme differenza che esiste tra, mettiamo, un Chianti e un Romagna Sangiovese, da spazzare via qualsiasi dubbio. E questo senza mettere in conto le differenze stilistiche del produttore. È appunto una questione di terroir.

La dimostrazione l’ho avuta con questo I Rifugi, della magnifica (sì, magnifica) annata 2014. Il produttore prende nome dai suoli tipicamente sabbiosi del forlivese. Date un’occhiata al sito de I Sabbioni e capirete tutto. Il vino invece rende omaggio ai rifugi costruiti nella sabbia per dare riparo ai civili durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, salvando così centinaia di vite.

La cifra stilistica del vino, e anche degli altri di questa cantina, è l’eleganza. Seguita dalla sapidità. Non c’è la corsa alla concentrazione, gli aromi vanno dal balsamico, allo speziato, con ritorni di tabacco dolce, cuoio, cannella e nel finale infusione di liquirizia e pepe. I tannini sono setosi, non c’è traccia di vegetale, segno che è stata fatto un bel lavoro in vigna e nella selezione dei grappoli. È un vino che non è un delitto bere oggi, anche se darà soddisfazioni per alcuni anni.

Romagna Sangiovese Superiore Riserva I Rifugi 2014 I Sabbioni
(90/100)

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