Questo sì che è un concorso che mi piace!

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Mi è capitato più volte di acquistare bottiglie francesi che recavano appiccicato il bollino della medaglia conquistata al Concours des Vignerons Indépendants, la federazione transalpina dei vignaioli indipendenti. Posso dire? Li ho sempre trovati vini molto piacevoli, ricchi di personalità, e per converso poco modaioli, poco enologicamente impostati. Insomma, bei vini. Al punto che quando passo per la Francia, cercare il bollino della medaglia del concorso dei vignaioli è divenuto un esercizio comune per rintracciare bottiglie a me sconosciute, ma affidabili.
Mi domandavo dunque come funzionasse questo concorso, ma non avevo mai trovato il tempo di andare a leggere le sue norme on line. Ora l’ho fatto, e… sorpresa!
Già, e che sorpresa! Perché ho scoperto che ad assaggiare i vini presentati al concorso non sono mica solo enologi o esperti vari come succede qui da noi. Nossignori, per la grandissima maggioranza sono semplici appassionati di vino. Proprio così, il 90% circa dei 2200 giurati che valutano qualcosa come 6 mila e passa vini in gara sono comuni bevitori. Sarà per questo che emergono i vini che “si bevono”?
Chi vuole far parte delle giurie deve autocandidarsi on line. Ai giurati viene chiesto di fare un esercizio di valutazione in tre mosse.
La prima mossa è porsi due domande sul vino assaggiato. Domanda numero uno: è un vino che comprerei? Domanda numero due: è un vino che offrirei a un amico? Se la risposta imn entrambi i casi è positiva, si passa alla mossa successiva.
Che è questa: discutere con gli altri giurati che stanno assaggiando lo stesso vino per fare una valutazione complessiva del vino, però utilizzando un linguaggio semplice, comune.
Fatto questo, ecco la terza mossa: decidere se quel tal vino merita una medaglia, e se si ritiene che la meriti, stabilire se dev’essere d’oro, d’argento o di bronzo.
Sappiatelo, la selezione è notevole: la media dei vini che finisce a medaglia è il 28%, che non è altissima.
Mi piace questo concorso, eccome se mi piace. E capisco il perché mi piacciano generalmente anche i vini premiati.
Se si può ripetere anche da noi? No, non si può. Le norme che regolano i concorsi enologici sono rigide, e qui il giudizio spetta agli enologi o ai degustatori “esperti”.


1 comment

  1. Andrea Tibaldi

    “esperti” … già…

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