Questo è il momento di scacchiare

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Domando: ma tu scacchi? Mi risponde: sì, abbiamo già scacchiato ieri e continueremo a scacchiare anche oggi e domani. Un altro mi fa: ho scacchiato anch’io, però adesso abbiamo finito, ma quanti cacchi quest’anno. Un terzo aggiunge: a me di fare la scacchiatura proprio non piace, ma scacchiare si deve, dopotutto. Perché, mettiamocela via, questo è il momento della scacchiatura, che si voglia o che non si voglia.
Di cosa parliamo è presto detto: di vigne, di lavori in vigna, e dei peggiori vocaboli che esistano in viticoltura: scacchiare, scacchiatura, cacchi. Non sono parolacce. Secondo il vocabolario Treccani scacchiatura è un sostativo femminile derivato dal verbo scacchiare e che vuol dire questo: “In agraria, operazione di potatura verde che consiste nel sopprimere i getti infruttiferi (cacchi) della vite (ma anche del tabacco e, in genere, di piante poco vigorose), allo scopo di favorire lo sviluppo dei getti che portano il frutto”.
Per chi lo sapeva, vabbé, questo è un chiarimento inutile. Gli altri credo possano trarre due utilità da queste righe: la prima è comprendere che nel vino non è tutto poesia e aroma e gusto, la seconda che se troveranno questa definizione nelle parole crociate, sapranno cosa scrivere. Il 15 orizzontale è sempre lì in agguato, del resto.


1 comment

  1. Lorenzo

    Operazione che ritengo fondamentale prima di tutto per una corretta gestione del verde con conseguente riduzione della pressione di alcune malattie fungine e conseguente riduzione dei trattamenti, in modo da evitare gli affastellamenti (casino) in vigna. E oltre ad eliminare i “cacchi” è il momento in cui si può regolare anche il carico produttivo prima che i giochi siano fatti.

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