Provate questa ‘nduja e ditemi se non è un capolavoro

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Quando mi si domanda quali siano i prodotti che mi piacciono di più fra i millanta capolavori alimentari che si fanno in Italia, sono sempre combattuto tra due genialità del sud, che sono la ‘nduja di Spilinga e la colatura di alici di Cetara. Certo, l’ho sottolineato, ne abbiamo fin che se ne vuole di altre ghiottonerie, ma queste qui sono le prime due che mi vengono alla mente.

Mi è capitato di dire esattamente questo guidando una degustazione di vini calabresi al Vinitaly e un signore che stava lì in sala mi ha detto che me la faceva avere lui una ‘nduja fatta con tutti i crismi (e la gente intorno faceva ampi cenni d’assenso col capo).

Ora, per me i crismi della ‘nduja sono costituiti dal fatto che dev’essere prima ancora aromatica che piccante, che il peperocino dev’essere di quello non che ti brucia ma che anzi con la sua vena piccante ti rinfresca il palato, che il grasso di maiale non deve avere il minimo accenno di irrancidimento e anzi con la sua grassezza addolcisce l’impasto, che la salatura dev’essere equilibrata inmodo da esaltare l’aromaticità del paperoncino e il profumo delle carni di maiale, che la spalmabilità deve essere assoluta in modo che si possa usare anche su una semplice fetta di pane. Insomma, mica facile trovare un equilibrio del genere.

Adesso son qui a dirvi che la ‘nduja di Luigi Caccamo – è lui che ho incontrato – è realmente spettacolare, perché risponde alle condizioni – tutte – che ho citato qui di sopra. Sissignori.

La sua insegna professionale è quella de L’Artigiano della ‘nduja e sta a Spilinga, che, appunto, della ‘nduja calabra è la capitale.

Be’, se avete la curiosità di capire perché quando mi domandano quali siano i prodotti che mi piacciono di più fra i millanta capolavori alimentari che si fanno in Italia, la ‘nduja di Spilinga è sempre lì che affiora in pole position.

Posso usare la parola capolavoro?


1 comment

  1. antonella

    concordo!!! e la mia casa editrice racconta di nduja di Spilinga e di un “garum” simile alla colatura che si produce in una zona della Calabria alta. ecco il libro

    http://www.cdse.it/index.php?id=1054
    saluti Antonella , direttore Città del Sole edizioni e sommelier

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