Pregasi astenersi bevitori frettolosi

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Sarà capitato anche a voi di attendere un vino circondato dal mito e trovarlo in parte o totalmente deludente. Ecco, questo ultimamente mi sta succedendo abbastanza di frequente. E di rimando trovo in vini sconosciuti o “banali” (secondo il giudizio della maggioranza) degli spunti di grande interesse. Ebbene, tra le “quasi-delusioni” mi vedo costretto a mettere un Trévallon rosso dell’anno 2000.

Chi mastica di vino conoscerà la saga di questo produttore, assurto ad autentico mito e modello per tanti altri vigneron, francesi e non solo. Con ostinazione Eloi Dürrbach ha deciso di piantare un vitigno bordolese come il cabernet sauvignon in una zona nella quale non è permesso farlo, se si vuole rientrare nelle appellation d’origine, nella denominazione per capirci. Ed ha accettato che il suo vino fosse fuori da qualsiasi classificazione, assumendone il rischio.

Per farla breve, il suo vino si vende dieci volte più caro della maggior parte dei vini a denominazione prodotti nella sua regione.

Questo 2000 è un taglio paritario di cabernet sauvignon e syrah. Suolo molto pietroso, su base di calcare e argilla. Approccio molto naturale, nessuna diraspatura, niente lieviti selezionati o solfiti. Affinamento di oltre due anni in barrique. Se il naso mi ha decisamente conquistato per quel suo restare a metà tra Mediterraneo e Atlantico, al palato mi è sembrato un vino fin troppo virile e tannico, con un finale asciugante. Naso vorticoso di erbe, mirtilli, pino, cuoio, vira poi verso il tartufo e la terra. Palato affumicato e appunto dominato dalla forte sensazione tannica. Un pizzico di vegetale.

Francamente non sono in grado di dire se il vino riuscirà mai a trovare un suo equilibrio, quello che è sicuro è che va messo a tavola con un cibo adeguato. Direi che va atteso almeno dieci o quindici anni, quindi astenersi bevitori frettolosi.

Vin de Pays Des Bouches du Rhône Rouge 2000 Domaine de Trévallon
(88/100)