PMG, per chi ama le sensazioni forti

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Amate le sensazioni forti? Ecco il vino che fa per voi. Nel PMG tutto è fuori misura. Si tratta di poche bottiglie frutto dell’assemblaggio di un’uva rossa, il poulsard, e di un’uva bianca, il savagnin. Entrambi sono autoctoni dello Jura e ne sono il simbolo enoico.

PMG sta per “Pour Ma Gueule”, che significa più o meno “per il mio gargarozzo”. Nel senso che nasce unicamente per far piacere alla gola del suo creatore, Stéphane Tissot. È un mosto di acini passiti e parzialmente fermentati.

Nella regione si produce un grande passito, il famoso Vin de Paille, che più classicamente ha il 13 o 14% di alcol e intorno a 150 grammi di zucchero residuo. Qui siamo, tenetevi forte, a un tenore zuccherino compreso tra 400 e 500 grammi per litro, e con grado alcolico molto basso, 4%. Insomma ci troviamo in un territorio periglioso e anomalo.

Si arriva a questo risultato con un appassimento naturale in granai ventilati per circa 8 mesi. Sì, avete letto bene. La fermentazione dura oltre due anni. Siamo vicini ad un Tokaji Eszencia per chi ha avuto la fortuna di provarlo.

Se il naso alterna classicamente note di frutta secca come dattero e fichi, è al palato che la sua struttura monumentale si rivela. Resta più elegante di un Pedro Ximenez invecchiato, sembra molto meno zuccherino di quanto in realtà non sia. Vibrante, elettrico, intenso e leggero, finisce interminabile con delle magnifiche note di mare e di ossidazione.

PMG Passerillage de Poulsard et Savagnin 2003 Stephane Tissot
(93/100)

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