La tazza bianca e blu

tazza blu

Sorseggio il mio orzo caldo, nella tazza bianca e blu che più mi piace, osservo il cielo, mi siedo sul terrazzo, ascolto il canto degli uccelli, faccio dei bei respiri e chiudo gli occhi. Che godimento!
Scrivo alla mia amica Concetta: “Grazie! Stamattina mi sono proprio goduta la colazione con l’orzo che mi avevi regalato. È stata una coccola”.
Lei: “Sono contenta che ti sia piaciuto, ma devo dirti che ti accontenti di poco, e questo ti fa onore”.
Io: “Mi accontento della bellezza delle piccole cose, che non sono poco, e poi è tutto relativo”.
La mattina accompagno io la bimba a scuola perciò facciamo colazione insieme. Il fine settimana siamo tutti a casa e non riesco mai a fare un’apparecchiatura delle mie. Non bevo più caffè dalle prime nausee in gravidanza. Ospite dalla mia amica, scopro le cialde per moka di caffè d’orzo. Evviva. Perché a me, più del caffè, manca la gestualità; riempire la moka, chiuderla, sentirla borbottare! Oggi stranamente sono sola e questa colazione ha un gusto intenso, ha il gusto del silenzio, della ricognizione, della soddisfazione.