La pazienza ci vuole, la pazienza

bf22271f-467e-488b-8923-ef450d338219

Di recente ho discusso dei vini di Vigne dei Boschi con un amico. Secondo lui talvolta sono di là della china dell’accettabile, secondo me basta spostare il confine di un pochino e restano tranquillamente di qui. Nel senso che magari subito sono chiusi e scomposti, ma è sufficiente avere la pazienza di aspettarli e le imperfezioni diventano sostanza. Una sostanza che a me piace parecchio.

Per verificare la fondatezza dell’una o dell’altra posizione, ho aperto il Poggio Tura Ravenna Sangiovese del 2017, annata che perfino i tre pro-naturali che hanno fondato la fanzine Verticale (Gallello, Cossater, Pari, nell’ordine che volete voi) definirono lì per lì piuttosto ostica e che conservavo in attesa che si assestasse, perché secondo me si sarebbe assestata. Ebbene, nel bicchiere (ho usato un ballon ampio, da pinot nero borgognone) ci ho trovato un vino sontuoso di fruttino succoso e di tannino austero. Uno di quei vini rossi che te ne versi un mezzo bicchiere e poi un altro mezzo e poi vai avanti per tutta la sera e il frutto schiocca sulla lingua e ne bevi ancora un sorso, finché la bottiglia è finita, e stai bene, in pace con te stesso e con il mondo. La pazienza ci vuole, la pazienza.

Vorrei ricomprarne, adesso che è maturo al punto giusto. Spero di trovarne ancora una bottiglia o due.

Ravenna Sangiovese Poggio Tura 2017 Vigne dei Boschi
(93/100)

In questo articolo