La scorsa settimana doveva svolgersi la prima tappa italiana di una serie di appuntamenti che l’associazione internazionale Rosés de Terroirs – di fondazione francese, ma estesa anche a qualche produttore italiano, spagnolo e greco -, sta organizzando presso vari ristoranti europei per promuovere la cultura dei vini rosa territoriali, quelli che nulla hanno a che fare con le tendenze modaiole, ma rappresentano, invece, i capisaldi di una cultura antica. Per un contrattempo, l’incontro è saltato, ma io non ho comunque resistito all’idea di bermi un grande rosé, e dunque sono sceso in cantina e ho portato sulla mia tavola un vino di una delle aziende del gruppo dei Rosés de Terroirs, il Domaine de la Mordorée, celebre produttore transalpino del Tavel, la prima denominazione di origine al mondo dedicata esclusivamente alla produzione dei vini in rosa. Solo che quel Tavel l’ho scelto di un’annata non giovanissima, ossia la 2010, giusto per sottolineare, prima di tutto a me stesso, che un grande vino rosa richiede la medesima pazienza di tutti gli altri grandi vini, a prescindere dal loro colore, e dunque lo scorrere del tempo non può che fargli bene. Infatti, gli ha fatto benissimo, e ho bevuto un rosé memorabile, e commovente perfino.
Sì, quel Tavel del 2010 era un vino di commovente, rara bellezza. Sfoggiava la trama tannica di un vino rosso finissimo e, insieme, anche la grazia speziata di un vino bianco di carattere sublime, e confermava, dunque, che il grande vino rosa rappresenta la sintesi, la quintessenza del sapere enologico, con il suo essere, contemporaneamente, l’uno e il tutto, il dettaglio e il panorama. Traeva inoltre costante dinamicità da una freschezza nervosa e offriva a profusione manciate di spezie dei dolcetti natalizi tedeschi, con un che di piccante che solleticava il palato, e rendeva il sorso gustoso e infinito per lunghezza e per grazia.
Sì, ho bevuto un grandissimo rosé di terroir, e benedico la scelta, che ho fatto da tempo, di lasciare che i miei vini rosa preferiti sonnecchino in pace in cantina per cercare di coglierli nel giorno in cui si offrono nel loro massimo splendore. Questo Tavel era un gioiello radioso, come solo i grandi vini rosa sanno essere.
Tavel La Dame Rousse 2010 Domaine de la Mordorée
(97/100)