Ho incontrato questo bianco ungherese e sono contento

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Sono molto contento di aver incontrato, grazie a un nuovo sito che commercializza bottiglie ungheresi (vinoungherese.it), il Nászéjszakák Bora, ossia il “vino della prima notte di nozze”, oppure “wedding night wine” (come è scritto in etichetta), fatto da István Spiegelberg nella piccola area vinicola della collina vulcanica di Somló, nel nord ovest dell’Ungheria, a poca distanza dal lago Balaton. Sono contento perché è un vino molto buono, un bianco quasi dorato, che trasmette l’idea del suo luogo di nascita, che ho visto solo in fotografia dopo aver bevuto il vino, ma che mi sembrava di aver già incontrato dentro al calice, quella collina bassa, solitaria e appartentemente dolce, ma fatta di rocce di vulcano sbriciolate ed erose. Perché il vino è così, ed è in apparenza caloroso e dolce nella sua avvolgenza glicerica, ma in realtà sulfureo e pietroso e ruvido, sferzato da un’acidità ventosa.

Viene ottenuto da tre varietà locali, ossia furmint, hárslevelű e olaszrizling, e matura lentamente nel legno, ma il legno non si avverte nemmeno a cercarlo. Piuttosto, ha toni macerativi, senza tuttavia mai accucciarvisi, e conserva anzi una dinamicità generosa e fremente. Un vino dal sapore arcaico, nel quale la trama fruttata e quella minerale si intersecano, avviluppate da una sottilissima cucitura erbacea.

Mi è piaciuto molto per la sua personalità originale e per certi versi contorta, e dunque festosa e meditativa insieme. Un vino che voglio tornare a bere. L’ho acquistato a 29 euro. Li vale, anche tenuto conto della sua rarità: dell’annata 2014, quella che ho bevuto, se ne sono prodotte solo 864 bottiglie. Giusto una manciata.

Nászéjszakák Bora Spiegelberg Cuvée 2014 István Spiegelberg
(92/100)

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