Per favore, non stupiamoci di vini di dieci anni (o venti)

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Faccio fatica nel trattenermi a sbottare quando sento qualcuno che si stupisce perché un vino di dieci anni ha “saputo resistere”. Dieci anni, in genere, per un rosso o un bianco (e talvolta perfino per un vino rosa) non sono niente e quando stappo una bottiglia di quell’età non mi aspetto che il vino abbia “saputo resistere”, bensì che si sia affinato, che si sia fatto più evoluto ed elegante. Insomma, che sia migliorato.

Così pure mi troverete insofferente di fronte a coloro che si sperticano in lodi per la “resistenza” di rossi che vengono da terroir “importanti” e che abbiano raggiunto i venti o i trent’anni. Che “resistano”, infatti, è il minimo sindacale. Io li pretendo in forma perfetta, altroché “resistere”.

L’ho già detto, è il tempo che permette che i grandi terroir emergano, e dunque basta con questi stupori. Piuttosto, godiamoceli, questi splendidi vini che s’arricchiscono con l’età. E cerchiamo di berceli più spesso. Non è neppure così difficile trovarli, e il più delle volte, se non si è “bevitori” di etichette (che son costose, è ovvio), non ci si svena.