Che vino vogliono gli americani?

american_want_240

Credo che quando si parla di gusti non si possa assolutizzare. Prendiamo il titolo di questo pezzo: “Che vino vogliono gli americani?” Di per sé è sbagliato. Bisognerebbe distinguere per stato, per fascia sociale, per un sacco di altri fattori. Parlare in genere degli americani non è del tutto corretto. Però siccome a scriverne è la rivista americana per eccellenza nel campo del vino, ossia Wine Spectator, mi adeguo.
Dunque, Wine Spectator di febbraio riporta in sintesi i risultati della seconda indagine annuale del Sonoma State’s Wine Business Institute, e lo fa con una pagina titolata “What American Wine Drinkers Want”, cosa vogliono i bevitori americani di vino”.
Ebbene, il 58 per cento degli intervistati ha detto che vuol bere un vino che sia “fruity”, che sia fruttato, e il 57 per cento lo vuole anche “semi-sweet”, semi dolce. Poi, il 56 per cento desidera che sia morbido, e invece solo il 26 per cento si orienta su uno stile più secco.
“This is the perfect example of the American palate”, questo è il perfetto esempio del palato americano, ha commentato Liz Thach, docente di wine business alla Sonoma State University, coautore della ricerca.
Poi, l’indagine stila anche una classifica delle varietà di vino che piacciono di più agli americani. Ebbene, al primo posto, intramontabile, col 50 per cento di consensi, c’è lo chardonnay, e questo era facile indovinarlo. In seconda posizione, a quota 49 per cento, ci sono i rossi fatti col merlot. Il 41 per cento ha scelto il white zinfandel, il 40 per cento il pinot grigio, il 38 per cento il cabernet sauvignon e il pinot noir. Insomma, stereotipi confermati.
E per quel che riguarda le motivazioni di chi beve vino? L’83 per cento non ha dubbi: si beve il vino che piace di più come gusto, come sapore, ecchecavolo, e il sapore è quello che si è detto sopra. Poi, si beve anche perché il vino è un buon veicolo per le relazioni sociali. Il 57 per cento mette in luce anche il fatto che il vino sta bene col cibo, con la tavola. Una riflessiona tocca farla a chi si occupa di marketing.


1 comment

  1. Paolo

    Speriamo leggano l’articolo i nostri produttori,

Non è possibile commentare