Barbeito, il Madeira e un vino da cento centesimi

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Ricardo Diogo Vasconcelos de Freitas fin dall’inizio degli anni ’90 ha trasformato Barbeito, celebre marchio di Madeira, portandolo a investire nella qualità. Oggi questa cantina è probabilmente al vertice produttivo nell’isola e propone sul mercato vini di grandissimo lignaggio, spesso in piccoli lotti contesi da appassionati e collezionisti di mezzo mondo. Uno stile personale e per certi versi lontano da quello molto classico di un Pereira d’Oliviera ad esempio, più in sintonia con la tradizione di Madeira. Ho avuto modo di provare alcune delle ultime uscite e qui vorrei presentarvele.

Madeira Tinta Negra Single Harvest 2009. Una bottiglia anomala per diverse ragioni. La tinta negra è l’uva principale dell’isola, ma quasi mai viene dichiarata in etichetta. Qui invece si è scelto di farlo. E poi non sono molto comuni le etichette focalizzata su una singola vendemmia. In genere i vini sono un blend, e come per il Porto Tawny si dichiara una media, cinque o dieci anni e così via. Il naso associa le classiche note marine, di capperi e spezia a quelle più fruttate di caramella alla mora. Fine ed elegante, una buona introduzione ai vini di Madeira. (91/100)

Madeira Sercial 10 Year Old Reserva Velha. La sercial è l’uva che produce i vini più secchi. Questo non fa eccezione, il naso anche qui è tipicamente marino e speziato per l’affinamento di oltre dieci anni. Il carattere si capisce veramente assaggiandolo. Ha una lunghezza disarmante, una acidità insistente e delle note marine quasi violente. (95/100)

Madeira Bastardo Quatro Pipas Reserva Especial. Questo vino dimostra la determinazione di Ricardo Diogo nel seguire progetti particolari. L’uva bastardo era considerata estinta a Madeira, ma è stata recuperata e piantata nuovamente nel nordo dell’isola nel 2004. La prima vendemmia per Barbeito è stata la 2007. Qui il frutto è scuro, il naso è particolare e poi associa anche frutta rossa. Il palato è sferzante e quasi cattivo, ha una lunghezza impressionante e una dinamica tutta sua. (97/100)

Madeira Malvasia Cândida Reserva Especial Fajã dos Padres. Se la sercial è l’uva più secca, la malvasia è quella più dolce. In genere non è la mia varietà preferita, ma quando ci mette la mano Ricardo Diogo, si trasforma in qualcosa che trascende le abitudini. Naso tutto speziato, curry. All’assaggio inizia asciutto per farsi via via più dolce. Lungo, gioca sui rimandi aromatici continui, termina sulla foglia di cappero, il sale e il medicinale. Uno dei più persistenti mai provati. (99/100)

Madeira 50 Years Familias. Un vino unico perché frutto dell’unione di tre uve (verdelho e sercial in parti uguali più un 12% di malvasia) e di vini che in parte derivano da vendemmie degli anni ’50 e ’70. Gli aromi sono viscerali e tutti orientati verso il medicinale, lo iodio e il mare. Proprio le note di mare in tempesta, quel sentore forte di salmastro, sono quelle che sovrastano ogni altro profumo. Immenso, elegante e violento. È un vino stratosferico e di una perfezione assoluta. Non si può nemmeno parlare di persistenza per quanto ti resta “attaccato” in un abbraccio interminabile. (100/100)