Anteprima Amarone 2013, top 5 dell’annata inaspettata

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Dice, un po’ tecnicisticamente, il comunicato del Consorzio di tutela dei vini della Valpolicella che “il 2013 è un’annata che ben rappresenta il cambiamento climatico, dove variabilità e incostanza meteo sono fenomeni sempre più frequenti, che sottopongono la vite a regimi metabolici opposti ed estremi (proteici e zuccherini), portando a risultati finali a volte inaspettati, ma di grande interesse”. Ecco, la sensazione che ci sia qualcosa di realmente “inaspettato” nell’Amarone del 2013 l’ho avuta all’Anteprima dell’annata.
Ho assaggiato solo i vini che già sono in bottiglia, ossia grosso modo il quaranta per cento di quelli presentati. Ho evitato le prove da vasca, perché non è la stessa cosa se il campione che hai nel bicchiere è preso da un’unica barrique o da un contenitore inox nel quale è già stata fatta la cuvée per il prossimo imbottigliamento, e credo che un vino come l’Amarone meriterebbe, appunto, di tre ben distinti momenti di assaggio: i vini in bottiglia, i tagli definitivi da imbottigliare e i singoli prelievi da botte. Lo chiedo da anni che ci sia questa distinzione, ma temo non mi accadrà mai di averla.
Quando dico che ho trovato qualcosa di inaspettato, intendo che ho avuto nel bicchiere in qualche caso, ma con frequenza maggiore rispetto al recente passato, dei vini un po’ fiacchi nel frutto e nella freschezza. Insomma, un’annata come il 2013 ha messo veramente alla prova i cantinieri, e non sempre si è riusciti a trovare un perfetto equilibrio acido, quello che a mio avviso rende il vino bevibile e longevo. Il che significa semplicemente che col vino – e soprattutto con vini complessi come l’Amarone – non si è mai finito di imparare, in vigna e in cantina. Mai dar niente per scontato, altrimenti è un attimo incespicare.
Ciò detto, ci sono comunque parecchie bottiglie ben confezionate, e alcuni vini in particolare mi pare balzino all’attenzione. Qui di seguito i cinque che più e meglio mi hanno impressionato. Su alcuni penso di tornare più avanti.
Corte Archi, Amarone della Valpolicella Classico Gli Archi 2013
Wow! Bel naso, fuori standard, marmellata di sambuco, pepe nero, mirtillo, e seguitano in perfetta continuità in bocca, lunghissimi, infiniti, mettendo in luce una giovinezza strepitosa.
(93/100)
Cà Rugate, Amarone della Valpolicella Punta Tolotti 2013
La complessità. Buccia d’arancia, canditi, chiodo di garofano, fiori essiccati, fieno, olive in salamoia, vene affumicate. Intrigante, cangiante. Poi si libera il sale, la nota iodata.
(92/100)
Degani, Amarone della Valpolicella Classico 2013
Frutti e mentuccia. Sale, tanto sale. Invita al sorso. Eccolo qui un Amarone che riesce a conciliare l’esigenza di chi cerca il frutto morbido con quella di chi insegue la finezza.
(89/100)
Vigneti di Ettore, Amarone della Valpolicella Classico 2013
Frutto croccante, nitido, succoso. La ciliegia, soprattutto, classicamente. Il vino, giovanissimo e dunque capace di lunga evoluzione, è insieme grintoso e possente e fresco.
(89/100)
I Campi, Amarone della Valpolicella Campi Lunghi 2013
Frutto rosso intersecato da vene verdi officinali. La bocca è succosa, salmastra, nervosa, tanto giovane. Certo, si può già bere, ma occorre dargli lugno tempo per smussare gli spigoli.
(89/100)