Da Cap’alice per il vino, la cucina, la musica, a Napoli

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Da Cap’alice ci sono stato per una degustazione di vini che si producono dalle mie parti. M’avevano invitato e mi sono ritagliato una serata napoletana. Sì, perché Cap’alice è a Napoli, nel centro storico, a due passi dalla fermata della metropolitana di piazza Amedeo, a poca distanza dalla Riviera di Chiaia. In un vicolo – quello intitolato a Giovanni Bausan, uomo di marineria – su cui s’affacciano negozietti antiquari. È a Napoli, ma un locale così sarebbe necessario ci fosse in ogni città, ché qui si fa cucina, si mesce vino, si ascolta buona musica, si fa cultura della vigna e della tavola.
Il nome è curioso. Lo si spiega in un cartello fra le bottiglie alle spalle del banco: “Meglio essere cap’alice ca coda ‘e cefaro” (meglio essere una testa di alice che una coda di cefalo), e mi si spiega che è un detto napoletano e che sta a significare che è meglio essere in testa a una piccola schiera di consensi che ultimo in una cerchia più vasta. Filosofia di vita.
Ora, i consensi per Cap’alice ci sono, eccome, ma il ristorante-enoteca resta piccino, e non cerca eccessivi clamori, andando dritto per la sua strada.
La strada porta alla cucina di territorio e ai piatti di mare. Buoni, davvero. Per dire, io che fatico ad andare d’accordo con la cipolla, ho fatto la scarpetta col pane nel piatto per raccogliere le tracce residue del condimento delle classiche candele alla genovese, tipico piatto napoletano che di cipolla ne usa con gran produsione. Poi ci trovate cose quali gli spaghetti di Gragnano al pomodoro San Marzano, il baccalà, sia freddo che alla napoletana con pomodorino del piennolo del Vesuvio, olive, capperi e patate, oppure il polpo arrostito.
In abbinamento ho chiesto musica. Non che mancasse il vino, per carità, ma volevo musica fatta a Napoli, che è una capitale della musica della penisola nostra, e il patron Mario Lombardi mi ha stato servito uno dei più bei cd che siano mai stati prodotti dalla musica italiana, ossia il “Viaggi fuori dai paraggi” di Daniele Sepe. Chapeau. Un motivo in più per andare.
Ah, sappiate che accanto al banco c’è un poster in bianco e nero di Diego Armando Maradona che esce dagli spogliatoi: farsi una foto davanti al quadro è un rito.
Cap’alice – via Bausan, 28 m/n – Napoli – tel. 081 19168992

 

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