100 Top Value, i rossi

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Nella lista dei 100 Top Value di Wine Spectator, i vini rossi – come i bianchi – sono divisi in due categorie, gli “elegant reds”, i rossi eleganti, e i “big reds”, quelli più grossi, corposi.
La categoria degli elegant reds potrebbe identificarsi con il pinot noir, esempio di raffinatezza.
Nel mondo però non mancano altri vini in grado di offrire freschezza e un frutto giovanile a prezzi abbordabili. California, Oregon e Nuova Zelanda sono esempi da seguire. Per l’Italia si devono invece cercare barbera, dolcetto e sangiovese. Con un corpo più leggero e meno tannini, sono bottiglie che regalano armonia ma anche trasparenza, nel senso che riescono meglio di altre a mostrare il luogo da cui provengono.
Sono quattro i vini che si dividono la prima posizione: il Pinot Noir Sonoma County Olema 2013 di Amici, il Jumilla Selecciòn 12 Meses Crianza 2011 di Bodegas Luzòn, il Rioja Finca San Martina Crianza 2012 di Torre de Ona, quindi ancora uno spagnolo e per finire il Pinot Noir Marlborough Peter Yealands 2014. Seguono subito con 90 punti l’Aglianico del Vulture 2012 di D’Angelo assieme al Chianti Classico Single Estate 2012 di Villa Cafaggio per quanto riguarda i vini italiani.
In totale su venti vini, sei vengono dagli Stati Uniti, cinque dall’Italia, quattro dalla Spagna, due ciascuno da Francia e Australia, per chiudere con un australiano.
Buona prestazione per i nostri vini. Ai due già citati si aggiungono la Barbera d’alba 2013 di Ca’ del Sarto, il Toscana Remole 2013 di Frescobaldi e il Dolcetto d’Alba 2014 di Giacomo Grimaldi.
Grande successo per il Piemonte in una categoria per certi versi anomala per la regione, che come sappiamo è più conosciuta per i grandi vini rossi da nebbiolo come Barolo e Barbaresco, sicuramente non da catalogare tra i pesi piuma.
Eccoci ai big reds, i vini più potenti tra i quali emergono il malbech argentino, lo shiraz australiano e il cabernet sauvignon. Altre tappe comprendono la Spagna, il Douro in Portogallo e il sud della Francia. Queste regioni hanno un clima caldo e arido che conduce a uve molto mature da cui traggono origine vini alcolici e tannici. I migliori hanno una buona acidità e un gusto profondo e bilanciato.
Anche qui sono venti i vini scelti. Quattro sono gli statunitensi e tutti gli altri a seguire. Tre per la Spagna, due per il Portogallo, la Spagna, la Francia, l’Australia, l’Argentina e l’Italia. Si conclude con un solo cileno.
Che si tratti di vini solari risulta evidente guardando ai sei vincitori, tutti con un punteggio di 91. Il Côtes du Roussillon-Villages Tautavel Grand Terroir 2013 di Gérard Bertrand, il Cabernet Sauvignon Maipo Valley Alto Gran Reserva 2012 di Vina Carmen, il Rioja Antano Reserva 2009 di Bodegas Marquès de Carriòn, il Cabernet Sauvignon Horse Heaven Hills H3 2013 di Columbia Crest, il Douro 2013 di Quinta do Crasto e l’Alicante Tarima Hill 2012 di Volver.
In fondo alla classifica i nostri due rappresentanti: l’Aglianico del Vulture Pipoli 2012 di Vigneti del Vulture e il Primitivo Salento Pilùna 2013 di Castello Monaci.
Interessante vedere come l’aglianico sia presente sia nella classifica dei rossi “leggeri” che in quella dei vini più potenti, segno che il vitigno ha molta duttilità e si presta a interpretazioni stilistiche anche diverse.
Altra annotazione: i vini italiani sono più rappresentati nella categoria dei pesi leggeri, e anche questo è un segnale che siamo in grado di elaborare prodotti di maggiore finezza ed eleganza. Stranamente non ci sono vini di questa categoria dalle regioni più vocate come potrebbero essere l’Alto-Adige, la Valle d’Aosta, la Lombardia (vedi Valtellina) o anche il Veneto (pensiamo al Valpolicella o al Bardolino). Forse qualche sforzo commerciale e di promozione resta ancora da fare per permettere a queste denominazioni di farsi maggiormente conoscere.

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