Weingut Carl Löwen, nella Mosella

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Quella di Carl Löwen non fa forse parte del cerchio ristretto delle aziende top della Mosella. Poco male, i vini sono abbastanza facili da trovare e i prezzi sono tra i più interessanti di tutta la regione. La bontà dei vini ne fa in realtà una delle scoperte imprescindibili nella Mosella.
Apprezzabile l’approccio minimalista dal vigneto alla cantina. Tutti i vini provengono da fermentazioni spontanee. Non c’è nessun utilizzo della temperatura e non si usano prodotti stabilizzanti.
Il vino si sedimenta lentamente nelle vasche, e viene imbottigliato con una leggerissima filtrazione a filtri molto larghi.
Le linee produttive vanno da quella “basic”, che non riporta il nome del vigneto e le cui uve sono raccolte attorno alla cantina su suoli di scisto decomposto e terra, ai cru, su terreni sassosi, migliore esposizione e rese molto basse.
La vigna è impostata per produrre il giusto, senza praticare nessuna vendemmia verde.
La cantina risale al 1803, periodo nel quale la famiglia acquistò i terreni dopo la secolarizzazione avviata da Napoleone. A questo nucleo originario si è aggiunta nel 2008 l’importante acquisizione dell’azienda Schmitt-Wagner, che possiede uno dei vigneti più vecchi del mondo nel celebre cru Maximin Herrenberg. Ovviamente si tratta di viti pre-fillossera.
Questa la carrellata sui vini presentati da Christopher, giovane proprietario dalle idee molto precise. Devo precisare che si tratta per tutti di Riesling?
Quant 2014
Nel dialetto della Mosella, Quant significa, buono, semplice, e questo vuole essere lo spirito di questo vino. La vendemmia è tardiva, novembre inoltrato. La concentrazione ha come conseguenza la formazione di un leggero residuo zuccherino che aiuta il palato. Nel 2014 sono 12 i grammi residui. Complessità evidente, facile e agrumato (bergamotto) con un finale amarognolo. 2+ faccini
Varidor Trocken 2014
Le uve per questo vino sono il risultato di un progetto originale. Da viti ultracentenarie sono stati selezionati cinquecento ceppi che producevano uve di un particolare colore dorato (il dor del nome deriva dal francese doré). Le piante sono state messe a dimora in un nuovo vigneto che è antico e moderno al tempo stesso, e nel quale le rese sono molto contenute. Il vino è delicato, pungente e speziato. Aromi di albicocca fresca, fiori e una mineralità vibrante. Puro, secco, fresco e leggiadro con un bel finale di limone e salvia.
Alte Reben Trocken 2013
Vigne di circa 60 anni in terreni in pianura. Difficile inizialmente per un naso che non vuole aprirsi. Ananas, spezie e miele, soprattutto zafferano. È potente, concentrato e dispone di una grande materia. Mineralità che già si affaccia. Piuttosto secco, cresce nel bicchiere. 3- faccini
Maximin Klosterlay Erste Läge 2014
Un cru che raggiunge il 65% di pendenza e che si affaccia direttamente sulla Mosella. Il sole del pomeriggio riscalda il suolo di scisto e restituisce il calore durante la notte. Fine ed elegante, rischia di passare inosservato per la troppa gioventù. Floreale. Impossibile da capire oggi. 2 faccini e mezzo
Laurentiuslay Alte Reben Trocken 2014
Considerato uno dei migliori vigneti della Mosella, un vero grand cru. Un ettaro appartiene alla famiglia. Tutto è sistemato su terrazze, con vigne in gran parte piantate in precedenza all’ultima guerra mondiale. Piante e animali amano il microclima quasi mediterraneo, che favorisce maturazioni spinte. Finissimo, naso spettacolare su agrumi e spezie, tutto però molto gentile. Frutta matura e l’attesa mineralità. E’ un vino che agisce per sottrazione. Come una foto depurata da qualsiasi elemento estraneo. Persistenza senza bisogno di essere muscolare, come forse solo i riesling della Mosella sanno fare. 3++ faccini
Maximin Herrenberg Alte Reben Trocken 2014
Probabilmente il più vecchio vigneto conosciuto a livello commerciale. Nel 1896 Schmitt-Wagner decise di scegliere le sue migliori piante di riesling, tutte pre-fillossera, e di piantarle con una densità di oltre 10 mila ceppi per ettaro nel vigneto Maximim Herrenberg. Il vigneto rimane intatto da quell’epoca. L’esposizione è pieno sud, con suolo di scisto rosso, ricco in ferro, il più raro della Mosella. Se ne ricava un vino che vuole farsi piacere per la maturità spinta dei frutti. Al naso si percepisce l’ananas appena tagliato, poi fiori, cannella. Grasso e maturo, il palato ha una grande presenza, senza però la finezza del Laurentiuslay. Andamento strano, perchè nel finale si recupera in finezza, sembra calmarsi la fase più potente e si respira nuovamente la purezza dei migliori. 3 faccini (solo)
Ritsch Grosses Gewächs 2013
Sono 9000 piante per ettaro per uno dei vigneti più ripidi. Il suolo è unicamente composto di pietre, scisto e quarzo, che conferisce maggiore mineralità. Il nome deriva dal fatto che le pietre scivolano. Quindi un Rolling Stones. Si ritrova ancora l’ananas, poi la cannella in un insieme che prende col tempo la sua giusta dimensione. Spettacolare l’evoluzione del palato che mi piace paragonare a una cattedrale gotica. Di lunghezza infinita. Albicocca e tanta sapidità nel finale, per un vino appena abbozzato ma già grande. 3++ faccini
Maximin Herrenberger 2008
Il 2008 è l’anno nel quale il vigneto fu acquistato. Frutta secca, cedro candito, molta mineralità, carne affumicata. Godibile con un pizzico di carbonica a dare freschezza, speziato. Lo stile introdotto dai Löwen è molto diverso, i vini più recenti hanno una finezza che le vecchie annate non possiedono. 2 faccini e mezzo
Schmitt-Wagner Klostergarten Kabinett 2011
Un vino più semplice, schiacciato da un lato dalla solforosa e dall’altro da una riduzione evidente. Meglio il palato, un grande frutto speziato e tanta morbidezza. 1 faccino e mezzo
Schmitt-Wagner Maximin Herrenberg Spätlese 2013
Dopo la disgregazione delle proprietà a seguito delle campagne napoleoniche, i migliori vigneti dell’abbazia benedettina di St. Maximin vennero acquistati dalla famiglia Schmitt-Wagner, per poi passare appunto ai Löwen nel 2008. Questa è la vendemmia tardiva dei vigneti più antichi di questo storico vigneto. Si dipana una bella dimensione fruttata, frutto della passione e pera matura. Complesso, inizia sapido e poi continua tra dolcezza del frutto e nervosa acidità. Il tutto resta fine. Ancora un vino da dimenticare in fondo alla cantina. 2 faccini e mezzo

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