Toro Albalà e la passione per il Pedro Ximenez

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Meno nota delle più celebri bodegas di Jerez, Toro Albalà nasconde dei piccoli gioielli che consiglio a tutti di scoprire. La cantina si trova a sud di Cordoba e a nord-est di Jerez. Siamo quindi in pieno sud della Spagna. Fondata nel 1922 da José Maria Toro Albalà, la bodega si segnala per una filosofia molto tradizionale e per l’attaccamento all’uva pedro ximenez, l’unica coltivata nei propri vigneti.

La cantina occupa l’edificio di una antica centrale elettrica, e da questo trae il nome per i propri finos, raccolti nella gamma “Eléctrico”. Il fino era il vino del popolo, quello che si consumava nelle taverne dai lavoratori.

Il volto moderno è quello di Antonio Sanchez, enologo e nipote del fondatore, che a partire dagli anni ’60 del secolo scorso ha iniziato un’opera di recupero delle vecchie riserve, frutto di invecchiamenti pluridecennali. Gli altri vini sono stati resi più accessibili senza perdere in carattere, come i famosi amontillado.

Ho avuto il privilegio di assaggiare numerose etichette, e devo dire che si tratta di un produttore degno di attenzione e con prezzi ancora molto abbordabili.

Montilla-Moriles Dos Claveles Joven 2016
Profumato, fiori tagliati, forse frenato da un aspetto tecnico, finale di frutta secca molto “crispy”, nervoso. (82/100)

Electrico Px Fino 3 Fases
Una solera con età media di 5 anni. Bel naso che rimanda subito al fino (noci,  vernice, lieviti, mare). Facile e con una bella lunghezza, salato e con un finale di mela verde. (82/100)

Do Montilla Eléctrico Fino del Lagar
Età media di circa 10 anni. Si sente la maggiore evoluzione per il naso decisamente vissuto, minerale e salato. Finisce marino con sentori di capperi e tintura di iodio. Bocca severa, lunga, grande potenza, non facile, destinato agli appassionati della materia. (86/100)

Marqués de Poley Oloroso Solera 1922
Come suggerisce il nome, si tratta di una solera iniziata nel 1922. I vini, una volta imbottigliati, hanno una età media di oltre 15 anni. Naso strepitoso, complesso e di grande rigore. Ancora una volta sono protagoniste le suggestioni marine: capperi sotto sale, frutta secca, mare, con un tocco di balsamicità molto gradevole. Straordinario il palato, secco e acido, senza concessione. Un grande vino. (92/100)

Marqués de Poley Amontillado Solera 1951
Si conferma la mia passione per l’amontillado. Questo è dapprima medicinale, poi floreale (genziana) e fruttato (more). Alla beva sorprende per l’attacco soave ed elegante, mentre la seconda parte si scatena per terminare su note di frutta secca. Lunghezza infinita. Viscerale. (94/100)

Marques de Poley Amontillado 1951
In questo caso il vino rimane per oltre 60 anni nelle botti, non è una solera. Più fine e delicato, quasi timido nelle note di frutta come pesca e ananas candito. Bocca esplosiva, lunghezza ancora una volta enorme. Si afferma come più elegante e sottile del precedente, per me ha più classe. (96/100)

Cream Px
Caramella, orzo, una versione più standard. Dolcezza e frutta secca, buona acidità. (84/100)

Don Px 2014
Una montagna di albicocca secca, poi ananas flambé, esplosione di aromi, ma sembra fin troppo dolce ed oleoso. (82/100)

Don Px 87 Gran Reserva
I vini dolci o semisecchi di pedro ximenez sono una autentica specialità della casa. Lo si inizia a intuire da questo 1987, dalle note di noci tostate, iodio, arancia amara. Denso, lungo, finale di noci, ma anche più viscerale di sangue e terra. Da abbinare a un cioccolato, anche se qualcuno non potrà essere d’accordo. (91/100)

Don Px 1973 Vieja Cosecha
Ancora più concentrato negli aromi. Noci, mora, tabacco, arancia secca. Esibisce un carattere più personale, perde in dolcezza e guadagna in complessità. Grande lunghezza. (93/100)

Don Px Seleccion 1968
Torba, terra, tabacco, more e noci. Palato straordinario, leggermente più dolce del precedente, ma senza eccessi. Anche qui grande lunghezza. (94/100)

Don Px Seleccion 1965
Il più fine della batteria. Noci, datteri, funghi, e poi l’immancabile nota di salsedine e capperi. Più denso da metà palato in poi. Enorme complessità in punta di piedi. Infinito. (95/100)

Don Px Convento Seleccion 1955
Queste selezioni speciali sono le punte di diamante della bodega. Il particolare il 1955 è l’ultima annata con vigne pre-fillossera. Naso inebriante di cicoria, caffè, spezie verdi come il cardamomo, curry. Non è troppo concentrato od oleoso e da questo deriva una sicura eleganza. Un compromesso riuscito tra secco e dolce, patinato dal tempo. (98/100)

Don Px Convento Seleccion 1931
Terminiamo con la bellezza di questo vino vissuto che racconta una storia. Legno prezioso, lacca cinese, sandalo, spezie. Ampio e saggio, interminabile e con il carattere che solo le più grandi bottiglie sanno incarnare. (99/100)

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