L’Anglore, la via naturale al vino rosa di Tavel

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Tavel significa rosé, e solo rosé, e all’interno dell’appellation si trovano alcune tra le più alte espressioni dei vini rosa. Tra le più alte al mondo, intendo, e non solo tra le più alte in Francia. E il rosa qui è piuttosto marcato, e non segue di certo lo stile provenzale, e anzi tende tavolta al cerasuolo, e dunque alla buccia della ciliegie, non a quella della cipolla.

Tra i produttori di Tavel, è andato via via ricavandosi uno spazio crescente di notorietà, meritata, la famiglia Pfifferling, che imbottiglia come Domaine de l’Anglore ed è la capofila del mondo “naturale” in quella porzione di territorio francese. Ho avuto occasione di bere (bere, non solo assaggiare) il loro Tavel L’Anglore 2018 e, signori miei, questo è gran vino. La tonalità è profonda. Al palato (e all’olfatto, e c’è spettacolare analogia), è un continuo susseguirsi di fruttini succosi (di lampone, di mora, di marasca, di ribes) e di erbe officinali (il rosmarino, il timo, la macchia mediterranea) e di spezie (il pepe in primis, ma anche la vaniglia). Il sorso è appagante, gustoso, denso eppure anche del tutto dissetante.

Tavel L’Anglore 2018 Domaine de l’Anglore
(94/100)