Saltare quel centimetro in più

mosnel_ried_500

Sei capace di saltare un ostacolo alto un centimetro? Scommetto che diresti di sì. In fondo, qualunque sia la tua attitudine sportiva, che cos’è mai un solo centimetro. Eppure, a volte, per saltare un centimetro in più è necessario un fuoriclasse. Quando Sara Simeoni, nel 1978, balzò un centimetro più in alto dei due metri, entrò nella leggenda, prima donna al mondo a riuscire nell’impresa: c’era un autentico abisso di un centimetro di classe sportiva tra lei, a due metri e zero uno, e le altre atlete, pur straordinarie, pur tutte da applausi, ferme a due metri o di sotto. Come record del mondo, quel 2.01 durò per quasi quattro anni; nessuna donna volò così in alto per tutto quel tempo. Come record italiano, addirittura, resistette per quasi trentasette anni, migliorato solo nel 2007 da Antonietta Di Martino, che lo portò a 2.03.

Sono di quello stesso anno, il 2007, le due versioni del Parosé, il rosé franciacortino di Mosnel, che ho avuto modo di bere. La prima è quella originariamente immessa in commercio, rimasta sui lieviti per cinquantasette mesi; l’altra è la sua Riedizione, che sui lieviti c’è stata centosettantacinque mesi e sul mercato ci è appena entrata. Mentre le avevo nel calice ho pensato a quel centimetro in più di Sara Simeoni. Infatti, entrambe le ho trovate buonissime, entrambe sono stato felicissimo di averle bevute, entrambe le riberrei immediatamente, però la Riedizione possiede quel qualcosa in più d’eleganza che serve tutta una vita d’impegno a conquistare. È così, quel qualcosa non è nemmeno misurabile; è un abisso, come un centimetro in più quando un centimetro in più vale il record del mondo, e c’è un’atleta sola in tutto il mondo che lo può superare.

Già con la prima Riedizione, quella del millesimo 2010, mi feci convinto che l’insistito prolungamento degli anni di affinamento del Parosé gli conferisca quel quid d’eleganza in più che rari altri vini in Italia possiedono, e questa reinterpretazione addirittura del 2007 me l’ha confermato. Ha ragione da vendere Lucia Barzanò, contitolare dell’azienda di Camignone con il fratello Giulio, a sostenere che “quella tra Mosnel e il tempo è un’alleanza indissolubile: è il senso dell’attesa, il trascorrere lento dei mesi e degli anni, che rende i nostri Franciacorta unici e immediatamente riconoscibili”. Ha ragione, dicevo, perché le riedizioni del Mosnel, che escono dopo anni di attesa di una parte dei lotti originari non ancora sboccati, sono una specie di gioco a rimpiattino con il tempo. Intendo dire che dei due vini extra brut dell’azienda, il Parosé e anche l’EBB, il blanc de blanc, eccellente, dedicato alla loro madre Emanuela Barzanò Barboglio, Lucia e Giulio ne lasciano da parte una quota di bottiglie, ancora sui lieviti; la sosta si prolunga, “in punta” (ossia con la bottiglia capovolta in verticale, perché i lieviti facciano – come dire – da “tappo” aggiuntivo) finché il vino non si riveli pronto a essere rieditato. Il “quando” lo decide l’assaggio, tanto che la Riedizione del 2010 è uscita prima di quella del 2007. “Le Riedizioni sono il nostro esame di maturità” spiega bene Giulio Barzanò.

Di fatto, si tratta di sboccature tardive, eppure, si badi, il vino è veramente “nuovo” rispetto alla versione già editata. Dopo anni e anni non ha – come dire – semplicemente resistito, ma semmai si è ingentilito, sino a varcare la soglia di quel centimetro in più. In questo modo il tempo, anziché un avversario, si rivela un amico, un compagno di viaggio, come sempre accade, del resto, per i vini che provengano da terre e vigne vocate e che possiedano in tal modo un carattere estremamente territoriale. Insisto spesso nel dire che non c’è vino che tema il tempo, se il vino è fatto con il rispetto che si dovrebbe alla terra e alla vigna e alla stagione e alla cultura dei luoghi. Infatti, i francesi – eh, sempre loro, sì – non parlano mai di invecchiamento per i vini degni di evoluzione, ma semmai di élevage, ossia di allevamento, a significare che lo si accudisce finché diventa adulto; oppure mi verrebbe da parlare, per la suggestione di un’assonanza non filologica, di elevazione. Dovremmo stamparcelo in testa, noi bevitori. Al Mosnel ce lo insegnano.

Franciacorta Rosé Pas Dosé Parosé 2007 Mosnel
(94/100)

Franciacorta Rosé Pas Dosé Parosé Riedizione 2007 Mosnel
(98/100)

In questo articolo