Ho un debole per lo Champagne Tarlant

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“Il discorso che fa Benoît è quello di lasciar maturare a lungo il vino in cantina, il che ne fa quasi uno Champagne de maison, nel quale emerge lo stile di cantina”. A dire così è Maurizio Cavalli, e il soggetto del suo parlare è Benoît Tarlant, che conduce, insieme con la sorella Mélanie, la storica maison di famiglia a Oeuilly. Cavalli è l’importatore dei Tarlant, e in effetti questo Brut Réserve che ho nel bicchiere è una cuvée fatta con il vino del 2008 più dei vini de réserve (un terzo di pinot noir, un terzo di meunier, un terzo di chardonnay), e dunque la pazienza è stata ampiamente esercitata dai vigneron. Eppure ha una freschezza che avvince, una giovinezza che lascia increduli.
“È una cantina – aggiunge Cavalli – che ha degli spazi illimitati davanti a sé, per la tenacia che hanno, seguendo una loro filosofia molto chiara”. Io intanto mi godo il mio bicchiere, che, come aggiunge Marco Pozzali, correlatore, “rappresenta pienamente l’arte della cuvée” e nel palato “le note gessose si alternano a quelle fruttate”, sissignori.
Che dire, ho un debole per gli Champagne dei Tarlant.
Champagne Réserve Brut Tarlant
(90/100)

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