Fabio, che si allena per il campionato del cappuccino

fabio_spina_500

Voi lo sapete che esiste il campionato del mondo del cappuccino? Io mica lo sapevo. Me l’ha raccontato Fabio Scacciaferro, vent’anni appena, che sta in sala al Borgo della Spina a Murlo, poco lontano da Montalcino. Vedevo che portava in tavola dei cappuccini che erano delle specie di miniature. Così mi sono incuriosito e ho saputo che si sta preparando al campionato. Anzi, come dice lui, si sta allenando.

Badate, di training vero si tratta, oneroso sotto due profili, quello del tempo che ci s’impiega e quello del costo delle materie che s’utilizzano (e poi si buttan via, ché mica si possono bere litri e litri di cappuccino ogni santo giorno). “La preparazione alle gare – mi ha detto Fabio – impone un allenamento severissimo, cinque o sei ore al giorno per tre o quattro mesi, tre chili di caffè e sessanta litri di latte ogni giorno”. Il tutto per ottimizzare la capacità estetica, ché il concorso consiste nel tracciare disegni d’alta classe figurativa sopra la superficie del cappuccino, appunto.

Ecco, a sentir cose del genere capisci che non è uno scherzo. Però, insomma, non mi capacitavo di come potesse un ragazzo di vent’anni dedicarsi così a fondo a un’impresa del genere. Ma poi ho saputo che non è mica una cosa nata ieri.

“Ho iniziato quando avevo tredici anni”, mi ha confidato Fabio. Il primo corso l’ha seguito che era in terza media, due giorni a Pistoia. Ha continuato con la formazione quand’era all’alberghiero di Colle Val d’Elsa. “Facevo quattro giorni di corso e due di scuola grazie al preside che mi ha autorizzato”.

Mentre dava la maturità, aprì col fratello il ristorante del Borgo della Spina. “La sera lavoravo, la mattina sostenevo gli esami”. Ora si sta preparando alle qualificazioni nazionali del campionato del cappuccino, e ci occupa tutto il tempo libero che gli resta dal lavoro, ossia la pausa dopo pranzo e la notte, nel dopo cena, e via a “disegnar” cappuccini a furia di litri e litri di latte e chili di caffè.

La finale tricolore sarà a Rimini, il vincitore andrà a rappresentare l’Italia ai mondiali. Io faccio il tifo per Fabio, incrociando le dita per lui. Mi piace pensare al suo sogno e al suo impegno. Poi dicono che i ragazzi d’oggi non ne coltivano, di sogni. Rivolgetevi a lui e vedrete.