La straordinaria missione di chi gestisce un’enoteca

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Chi mi legge con maggiore frequenza forse ricorda che mi piace, di tanto in tanto, mutuare alcune considerazioni di critca letteraria, o comunque riflessioni sulla scrittura, per applicarle al vino.

Non resisto ora a riproporre quest’esercizio avendo letto un librino di quelli che un tempo si definivano “aurei”, trenta paginette bellissime, incluse la prefazione, la bibliografia e la biografia dell’autore.

Il librino in questione è “Le librerie e il piacere di non trovare quello che non cercavi” di Mark Forsyth, edito da Laterza.

Mi soffermo sulla prefazione, vergata da Giuseppe Laterza.

Dice di certi libri che ha acquistato sulle bancarelle, senza averli cercati.

“Perché li ho presi? Soprattutto perché erano lì quando io passavo. Tra tanti libri possibili, mi aspettavano quei libri“.

A me accade con certi vini, quando perlustro le bancarelle virtuali di eBay. Li vedo e non so fare a meno di acquistarli. Senza sapere nulla di cosa mi aspetti dentro a quella bottiglia. La compro perché è quella bottiglia.

Ma leggete quel che scrive dopo Laterza.

“E lo stesso avviene in libreria, quando scopro un libro perché quel particolare libraio ha pensato di propormelo, anche se magari non è un bestseller annunciato. Sono le tante intelligenze dei librai, le tante multiformi passioni di ciascuno di loro a rendere plurale il mercato editoriale”.

Ecco, prendete “libro” e sostituitelo con “vino, cambiate “libreria” in “enoteca”, al posto di “libraio” immaginate “vinaio”, termine che di gran lunga preferisco a “enotecaro”.

La frase suona allora così: “E lo stesso avviene in enoteca, quando scopro un vino perché quel particolare vinaio ha pensato di propormelo, anche se magari non è un bestseller annunciato. Sono le tante intelligenze dei vinai, le tante multiformi passioni di ciascuno di loro a rendere plurale il mercato del vino”.

Ora sapete quale sia la straordinaria missione che m’attendo svolga chi conduce un’enoteca con passione.


2 comments

  1. Sara

    Grazie!
    Oggi la giornata lavorativa ha un senso.

  2. Michele

    Bello. Vieni voglia di fare il Vinaio…

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