Vive di vita propria

bosco

Non è il pensare, che muove la mia penna, pigra come mai, sdraiata, imbalsamata, sopra la scrivania. Di scrivere non vuol saperne. Non è il volere, che muove la mia penna. È il desiderio, il pathos, il mio sentire te. Profuma di dolcezza, quest’aria fresca, dopo la pioggia, che il sole cerca di scaldare. Odora di meraviglie inesplorate, la luce che s’infiltra tra le fronde degli alberi nel bosco, coperti da uno strato soffice di verde muschio che mi fermo a accarezzare. L’acqua che si fa spazio tra le rocce mi parla di una libertà che non conosco ancora. Averti e non averti è una costante che spinge la mia penna a scribacchiare. Vive di vita propria, la poesia. Vive di te, che ormai sei la mia musa.