Vinitaly, quei 32 mila buyer che arrivano dall’estero

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“Per il mantenimento dello standard professionale, Vinitaly è aperto esclusivamente agli operatori specializzati e maggiorenni”. Dice questo il sito della grande fiera veronese del vino. Poi sappiamo che non funziona sempre così ed entra anche un bel po’ di gente che operatore non lo è, ma che in qualche modo è riuscita a spacciarsi per tale o ad avere un biglietto da qualche cantina, ristorante, consorzio, ente eccetera eccetera. Vabbé, succede, e vale per gli italiani, perché tra i visitatori stranieri credo non siano molti gli “imbucati”. Se uno si fa un lungo viaggio dall’estero per essere a Vinitaly, be’, non credo proprio che sia per bere qualche calice a scrocco, non vi pare?

Bene, allora può essere interessante andare a vedere da dove vengono gli operatori stranieri accreditati a Verona. Anche perché c’è in giro chi sostiene che il Vinitaly sia una fiera “italiana”, mentre quelle “internazionali” che contano davvero per fare affari sarebbero altre.

Ebbene, dati ufficiali alla mano, certificati da una società terza, la fiera dice che all’edizione 2018 di Vinitaly ci sono stati 32242 buyer esteri provenienti da 143 paesi. Ecco, trentaduemila e passa compratori che vengono da fuori Italia mi sembra un dato importante.

Dei trentaduemile e più buyer esteri, in 20328 venivano dall’Europa.

Per quanto riguarda l’Europa, la graduatoria delle prime dieci posizioni come numero di buyer accreditati è stata questa:

  1. Germania 3688
  2. Svizzera 2419
  3. Regno Unito 2029
  4. Francia 1155
  5. Belgio 990
  6. Russia 951
  7. Paesi Bassi 836
  8. Danimarca 831
  9. Austria 742
  10. Svezia 735

Che fra gli europei in testa ci sia la Germania probabilmente non stupisce, visto il peso del mercato tedesco per il vino italiano e anche la relativa vicinanza di Verona. E invece dovrebbe stupire, visto che c’è chi insiste ogni anno cocciutamente nel dire che i tedeschi hanno il ProWein e dunque è là che vanno e che bisogna andare, piuttosto che al Vinitaly, e in più il ProWein si svolge pochi giorni prima del Vinitaly e dunque, secondo i pensamale, al Vinitaky non ci vengono. Be’, quasi tremilasettecento buyer tedeschi la pensano diversamente, e per trovare (e provare) i vini Italiani fanno il viaggio vino a Verona.

Ma trovo molto “consistenti” anche i dati sui flussi nordamericani a asiatici.

Al Vinitaly 2018 sono entrati 5653 buyer provenienti dal Nord America, ossia dagli Stati Uniti e dal Canada. Un numero di tutto rispetto, considerato quanto sia fondamentale il mercato nordamericano per il nostro export vinicolo.

Dall’Asia ne sono arrivati 3786, e per chi pensa che la Cina sia la nuova frontiera, be’, è un riscontro interessante.

Completano il ranking il Sud e il Centro America con 1407 soperatori accreditati, l’Australia e l’Oceania con 482, l’Africa con 337 e il Medio Oriente con 249.

Questo per dire che chi insiste nel ritrarre il Vinitaly come qualcosa di simile alla sagra di Vattelapesca dovrebbe cominciare a porsi qualche domanda sulla propria obiettività, e anche per chi insiste nel dire che il ProWein e Vinexpo, a quelle sì che ci fanno gli stranieri.

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