Sulla terra rossa dei Colli Berici

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Mi domandavo qualche tempo fa come sia possibile che sui Colli Berici, nel Vicentino, vengano così bene le uve francesi, e dunque nello specifico il grenache, che localmente era chiamato tocai rosso e ora si chiama tai rosso, il cabernet sauvignon e il carmenere (mentre a dire il vero molto meno mi convince il merlot). Me lo domandavo e non avevo una risposta. perché, è vero, lì quelle varietà si sono acclimatate da lungo tempo ed è vero che c’è chi cominciò a diffonderle, ma la storicità non spiega il perché.

Poi sono stato “di qua” e ho cominciato a intravedere una risposta, forse. “Di qua”, nel Vicentino, significa al di qua del tracciato della Milano-Venezia, a monte, in collina, mentre il “di là” è pianura, con i capannoni e i campi di polenta e di seminativo e le vigne che fanno quintali.

Il “di qua” nello specifico è la tenuta Cicogna che sta ad Alonte, sui Colli Berici, appunto. La tenuta è dei Cavazza, quelli che hanno cantina anche a Gambellara, sempre provincia vicentina, ma là fanno bianchi e qui rossi. La comprarono nel 1987.

Ci ho camminato in lungo e in largo. Faceva un caldo boia quella mattina. Mi hanno colpito due cose. La prima è la luce, che così tersa nel “mio” veneto raramente mi capita di vedere. La seconda è la terra, rossa. Ho avuto come un flash back mentre il sudore mi appiccicava la camicia e le scarpe si andavano arrossando. Mi è sembrata d’essere nuovamente in quel paesino della Provenza che ha la luce tersa e la terra rossissima e si chiama Roussillon. Se non ci siete mai stati, consiglio una visita, è un’esperienza che pare surreale, e invece è concretissima e alla fine hai gli occhi abbagliati e le scarpe rosse. Come qui ad Alonte, alla Cicogna.

Sarà suggestione? Può essere. Ma guarda caso qui vengono bene le varietà francesi. Il grenache, appunto, il cabernet soprattutto, il carmenere, e ora i Cavazza stanno provandoci col syrah.

Adesso, due annate del cabernet sauvignon che si fa in quella tenuta, il Cicogna, appunto, entrambe dal colore rubino brillante e chiaro, entrambe immuni dalle assurde pesantezze moderniste.

Colli Berici Cabernet Cicogna 2013 Cavazza

Mora, terriccio, pepe. Fruttato, terragno, speziato. Ecco i tre caratteri di questo giovinetto, che ha strada davanti ed è oggi ancora nervosetto e caratteriale. L’acidità è sferzante, i tannini un po’ rudi. La sotto il fruttino è invitante e si slarga e si estende nel calice, gradualmente, costantemente. Poi, coll’arieggiare il bicchiere, si fanno avanti vene officinali. (89/100)

Colli Berici Cabernet Cicogna 2009 Cavazza

Non dico che sia ancora nella maturità, ma di certo è di già nell’età dell’eleganza consapevole. All’olfatto si propone d’immediato con una florealità avvincente. Al palato è invece la succosità del frutto a emergere, netta, per prima, ma subito l’insegue la traccia delle piante aromatiche, del timo, dell’origano, sinché si coglie una venatura ferrosa. Bel vino. (91/100)

 

 

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