Prosecco, la regola del settanta-trenta

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Solo una manciata di anni fa, il Prosecco – il super Prosecco della doc veneto-friulana – si vendeva per il 70 per cento in Italia e per il 30 per cento all’estero. Adesso il rapporto è esattamente invertito, il 70 per cento delle bollicine prosecchiste doc viene bevuto fuori dai confini italiani. Giusto per fare un confronto, per il Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene – quello Superiore a docg -, il mercato più importante resta invece ancora quello italiano, perché l’export è intorno al 40 per cento.
A fornire queste informazioni – e a tracciare insomma questa sorta di teorema del settanta-trenta – è stato il presidente del Consorzio di tutela del Prosecco doc, Stefano Zanette, nell’ambito di Gourmandia, a Santa Lucia di Piave. Annoto io che avere esattamente invertito le quote di mercato dell’Italia e dell’estero è un gran bel successo, ché qui da noi si beve sempre meno. Annoto anche che Zanette s’è interrogato su “come far durare questo successo” e che s’è dato anche una risposta, e la risposta è che bisogna puntare a diversificare i mercati di sbocco. Perché “nel mondo le vendite di Prosecco sono concentrate in tre paesi, la Gran Bretagna, gli Stati Uniti e la Germania e se continuiamo a basarci su questi tre mercati potremmo avere dei problemi”, parole sue. Perché la triade anglo-tedesco-americana rappresenta qualcosa come il settanta-ottanta per cento dell’export totale.
La soluzione? “Bisogna che insegniamo ad andare a cercare nuovi mercati”. Lapalissiano, ma non facilissimo, ché di aziende che fanno Prosecco ce n’è tante, anche se le più grosse concentrano la gran massa degli imbottigliamenti.
Intanto, però, fioccano le buone notizie, anche inattese. Per esempio, il fatto che in Francia si sono vendute l’anno passato 7 milioni di bottiglie. Che sono poche, se rapportate alla produzione prosecchista globale, ma sono tantissime se si pensa che è il mercato francese, che di bolle fatte in casa ne ha un bel po’, e di valore. “Vendere 7 milioni di bottiglie in Francia – ha chiosato Davide Paolini parlando ai prosecchisti – è già un dato enorme. Se venite leggittimati in Francia siete legittimati nel mondo”. La penso così anch’io, e da un po’ ho cominciato ad arrischiarmi a dire che il Prosecco non sia mica (solo) una moda.

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