Se l’identità è maggiore nelle grandi denominazioni

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Qualche settimana fa, chiacchierando di vino su Facebook, il mio interlocutore sosteneva che le chiavi di volta per il successo di un’area viticola che abbia produzioni non di massa sono la specializzazione, la riconoscibilità e la territorialità. Ho obiettato che la denominazione di origine a maggior produzione italiana, il Prosecco, fonda il proprio successo proprio su questi tre fattori.
La zona del Prosecco è innegabilmente specializzata, qualcuno afferma lo sia perfino troppo.
Il Prosecco, poi, è assolutamente riconoscibile: uno spumante rifermentato in autoclave, tendenzialmente morbido e non particolarmente impegnativo, né come approccio organolettico, né come prezzo.
Infine, è un vino che viene da un territorio facilmente identificabile a livello mondiale, ossia il Nord Est italiano, attorno a Venezia.
Ecco, se le chiavi del successo del Prosecco sono queste, il suo successo è ben lontano dal tramontare. Proprio per i motivi che diceva il mio interlocutore. Che non sono appannaggio solo dei territori minuscoli e delle denominazioni minori. Anzi, a volte è vero esattamente il contrario.