Dopo aver proposto una seppure breve introduzione ai grandi vini della collina di Corton ed averne presentato le etichette del millesimo 2014 che ho potuto assaggiare durante i Grands Jours de Bourgogne, eccomi qui con i vini della vendemmia 2016. Qui di seguito, dunque, le mie impressioni raccolte nel corso degli assaggi.
Domaine d’Ardhuy
Corton Charlemagne La Vigne Dieu: fine, clorofilla, cotone. Bocca serena, finale eccellente. Bella integrazione del legno, bilanciato. (92/100)
Corton Renardes: chiuso a chiave, inizialmente soffre a causa di una austerità evidente. Lungo, minerale e luminoso, il palato ci aiuta nello svelarne l’indubbio potenziale. (94/100)
Corton Clos du Roy: perfetta interpretazione del cru e del pinot nero. Gourmand, grande eleganza, uno dei migliori in assoluto. (95/100)
Corton Hautes Mourottes: il legno è più presente anche se sembra poterlo digerire con facilità. Finale di liquirizia per un vino da attendere. (92/100)
Domaine Bertagna
Corton Charlemagne: non ancora in bottiglia, preso da cisterna. Morbido, in finale ritorna la proverbiale acidità del cru, lungo. (92/100)
Corton Les Grandes Lolières: anche questo non ancora in bottiglia. Naso di buona purezza, finale vibrante. Finalmente una prestazione convincente e un uso del legno molto più discreto. (88/100)
Albert Bichot
Corton Clos des Marechaudes: frutto dolce e maturo, meno preciso il finale, legno in evidenza. (84/100)
Corton Charlemagne Domaine du Pavillon: delicato, erbaceo, godibile, un pinot che si fa amare. (90/100)
Bonneau du Martray
Corton Rouge: stranissimo inizio, il vino sembra non liberarsi dalla morsa della messa in bottiglia. Sembra un naso da vendemmia non diraspata, che in realtà non c’è. Due settimane di macerazione e legno nuovo al 50%. Poi all’improvviso si sviluppa uno dei bouquet floreali più intensi che mi siano capitati. Il palato non delude, ma richiede grande pazienza, qui ci vogliono almeno venti anni. (96/100)
Corton Charlemagne: vino da cisterna. Uno dei nasi più puri e minerali, terra, torba, vegetale, un vino che non concede sensazioni facili. Nocciola, erbe fresche e sale, lunghezza da primato. Conferma il suo status di produttore di assoluto valore. (98/100)
Bouchard Père et Fils
Corton Charlemagne: morbido e sensuale, facile, ben fatto, tipico di una maison di négoce come Bouchard. Non raggiunge però le vette. (86/100)
Le Corton: ancora una interpretazione sulla facilità, accessibile, si beve con gran piacere. Una visione condivisibile della Borgogna, senza troppe complicazioni. (85/100)
Henri et Gilles Buisson
Corton Les Renardes: molto legno, e poi solfiti. Non una grande piacevolezza. (82/100)
Maison Champy
Corton Rognet: naso fine, potente e tannico, muscolare ma con una certa grazia. (92/100)
Corton Charlemagne: delicato e progressivo, parte piano per poi esplodere al palato. Seconda parte di bocca eccezionale, salino. (94/100)
Chadon de Briailles
Corton Blanc: vigna piantata su terroir da rossi. Pepe verde, minerale, sferico e freddo al tempo stesso, non deve dimostrare nulla, grande naturalezza. Interminabile. (96/100)
Corton Bressandes: magnifico palato vegetale da vendemmia intera. Fiori, più rigodo il palato, qui serve solo tempo. Nobile. Un domaine che conferma di essere al vertice. (95/100)
Chanson Pére et Fils
Corton Vergennes: grande pulizia e frutta fresca (pesca). Minerale, finale di nocciola. Vino di classe. (94/100)
Château Corton C
Corton Charlemagne: balsamico nonostante la presenza di solfiti. Grasso e potente, finale duro (per i solfiti). (89/100)
Corton Clos du Châtau Monopole: duro e amarognolo, peccato perché c’è un frutto che meritava un affinamento più accorto. (85/100)
Château de Mersault
Corton Vergennes Blanc: agrumato, pera matura, minerale. Al palato bergamotto e un frutto vagamente esotico. Estroverso, vorrei risentirlo tra dieci anni. (93/100)
Corton Rouge: versione moderna, frutto croccante, ha tutto per piacere. Sembra che finalmente ci sia un uso del legno meno pesante rispetto alle scorse edizioni. (90/100)
Bruno Colin
Corton Renardes: strano, poco preciso, il legno secca e non c’è frutto. Forse una bottiglia sfortunata. (83/100)
Joseph Drouhin
Corton Charlemagne: il legno si sente, clorofilla e un frutto dolce al palato. Finale potente e salino. Profondo, saprà assorbire il rovere. (90/100)
Corton: naso che “pinoteggia”, fiori, lungo e molto ben fatto. (92/100)
Dubreuil-Fontaine
Corton Charlemagne: molto salato, aromi di clorofilla e spezie, nocciole ed erbe fresche. Piuttosto lungo. (88/100)
Domaine Faiveley
Corton Clos des Cortons Faiveley: frutta croccante, poi note di pomodoro. C’è ricerca della materia, senza però esagerare nella struttura. (89/100)
Follin-Arbelet
Corton Rouge: pepe, spezie, lungo, perfettamente centrato, il legno non si percepisce nemmeno. (93/100)
Corton Charlemagne: uno dei migliori, ha il frutto più nitido di tutti. Spontaneo, tranquillo, sembra si voglia nascondere per non farsi vedere. Uno di quei vini che vorrei proprio bere e non solo assaggiare. (97/100)
Camille Giroud
Corton Charlemagne: salato, bella pulizia dell’insieme, il legno è appena accennato. Ingresso timido, poi si scatena nel finale. Pirotecnico. (95/100)
Corton Les Clos du Roy: si sente di più il legno, lamponi, forse manca di un supplemento di complessità. (88/100)
Louis Jadot
Corton Charlemagne: molto legno, c’è un calo di tensione, finale rotondo. (86/100)
Corton Grèves: un vino che dimostra una buona fattura senza però una grande ispirazione. (87/100)
Patrick Javillier
Corton Charlemagne: il legno conferisce un aroma di menta. È sottile e delicato, esercita poca pressione sul palato. Finale salino e minerale, si riscatta nella lunghezza. (89/100)
Louis Latour
Corton Charlemagne: legno invadente, menta, manca di precisione al palato, finale dominato dal legno. (85/100)
Corton Clos de la Vigne Au Saint: pepe al naso. Il legno sembra più discreto, ma esce al palato. Delicato. (85/100)
Corton Perrières: nota vegetale probabilmente per la vendemmia non diraspata. Nonostante il legno il vino c’è. (90/100)
Corton Château Corton Grancey: frutta rossa, insieme di buona finezza, fiori e note minerali. Lungo. (94/100)
Rapet Père et Fils
Corton Charlemagne: naso piccante con note vegetali. Potente e salino, lungo. Il finale manca forse di un pizzico di cattiveria e si accontenta di essere rotondo. (90/100)
Corton Pougets: gran naso di ciliegia, lungo fine, completo, grande vino. (95/100)
Corton Rouge: più fine e delicato del precedente, ma anche più bisognoso di tempo. (93/100)
Pierre Ravaut
Corton Charlemagne: non ha il genio dei più grandi della categoria. Rimane però piacevole. (85/1009
Corton: senzazione metallica, forse per una vinificazione a bassa temperatura. Carino, giovane e fruttato. (88/100)
Comte Sénard
Corton Charlemagne: minerale, frutta (susine) e caprifoglio. Palato magnifico, sottile e con molta energia, giovanissimo. (94/100)
Corton Clos des Meix Monopole: bouquet floreale tra i più inebrianti. Frutta matura, tutto molto fine. La nobiltà di un grande pinot al palato. (96/100)
Corton Paulands: una percezione più tecnica e meno spontanea. Nervoso e tannico. 90/100)
Corton Bressandes: complesso, aromi di pepe e spezie varie, un frutto dolce. Il vino più chiuso e indietro nella maturazione, ma uno dei migliori. (95/100)
Taupenot-Merme
Corton Rognet: composta di frutta acidula, si respira il pinot nella sua essenza. Materia concentrata e fine al tempo stesso. (92/100)