Che il vino caro sia più buono è un falso mito

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Vabbé, sarà che c’è la crisi economica e che è pressoché planetaria, però le barriere stanno davvero crollando, e in giro per il mondo non ci si vergogna più a dire che un vino poco caro può piacere ed essere proprio buono.

Ho trovato un pezzo di Wine Enthusiast che dice la stessa cosa: l’articolo è di Paul Gregutt e titola “I miti del vino smascherati“. Spiega: “Succede a tutti, anche quelli di noi che assaggiano vini da una vita. Certi luoghi comuni – sbagliati – sul vino finiscono per diventare verità indiscusse. E una volta che si solidificano in credenze, ecco che diventano inevitabilmente degli steccati che condizionano la capacità di chiunque di ampliare la propria capacità di conoscere ed esplorare il vino. Non c’è assolutamente niente di male a preferire certe uve, certi produttori, certe regioni. Ma limitarti ai soli vini che si sa che ti piacciono, ti chiude la porta verso la scoperta di quel vasto territorio inesplorato che è occupato da tutti i vini di cui non sai nulla. Non lasciare che i tuoi pregiudizi nascosti ti rinchiudano dentro a uno steccato!”

Ecco, e di pregiudizi ce n’è più d’uno. Gregutt ne cita una decina, e lascio che chi è interessato vada a scoprirli leggendo il pezzo originale. Però mi piace sottolineare il primo, proprio il numero uno. Il pregiudizio dei pregiudizi è che “i vini costosi sono i vini migliori”. “Certo – dice Gregutt -, questo è spesso vero. Ma a differenza di altre tipologie di acquisti, i prezzi del vino sono influenzati da fattori diversi dalla qualità. La location, l’immagine, i punteggi delle guide, la celebrità possono far lievitare i prezzi senza che vi sia effettiva pertinenza con la qualità. Il rovescio della medaglia è che certi vini che provengono da vitigni, da luoghi e da produttori meno conosciuti – soprattutto tra i vini importati – possono sorprendentemente proporsi di impressionante qualità per il vostro budget ridotto all’osso”.

Sissignori, la penso anch’io così (e dico, “viva il vinino“).

Articolo originariamente pubblicato il 4 dicembre 2013