Verissimo, si fa gran vino col franc anche da noi

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Qualche tempo fa, quando scrissi di un rosso della Loira fatto col cabernet franc e dissi che non è vero per niente che i rossi ottenuti da quell’uva sono erbacei, ma semmai lo sono solo se la si raccoglie non matura o se viene da zone non vocate, Riccardo Viscardi – ottima penna e palato finissimo – commentò così su Facebook: “Cabernet franc, vitigno fantastico, ideale in Italia”.

Le parole di Viscardi – è nello staff di Cernilli, per DoctorWine – mi sono risuonate nella mente quando, pochi giorni fa, ho avuto occasione di assaggiare un rosso italiano fatto appunto col cabernet franc. Quello coltivato a Bolgheri, in Maremma. Pensando che, sì, accidenti, Riccardo ha ragione se i risultati sono come quello che ho avuto nel calice. Insomma, avevo una prova provata che questo è un vitigno perfetto anche qui da noi, se viene – ribadisco – in terre adatte e se lo si accudisce con cura e lo si vendemmia quando è il momento.

Il Bolgheri in questione è il Superiore Foglio 38 dell’azienda agricola Fornacelle di Stefano Billi. L’intitolazione fa ovviamente riferimento al foglio catastale nel quale sono ricomprese le vigne, in quello che vien detto l’Anfiteatro Bolgherese. Si esegue – leggo sul sito aziendale – “vinificazione in barrique aperte di rovere francese, con follature manuali” e nello stesso legno di fa affinamento.

Ebbene, torno a sottolineare quel che già scrissi per quel rosso francese, parola per parola: “Se ci trovate qualcosa di erbaceo in questa bottiglia, allora non è lo stesso vino che ho bevuto io. Perché il mio era frutto e frutto e frutto, col plus di una bella acidità che rendeva scattante il sorso”. Di nuovo esattamente così, solo che questa volta non siamo nella Loira, ma in Toscana.

Di più, dico che la freschezza dona bell’abbrivio al sorso, e che c’è un che di sale a fargli compagnia e che c’è dunque snellezza e non te l’aspetteresti a leggere in etichetta che l’alcol è intorno ai quattordici gradi, ma anzi sulla tavola il vino sa il fatto suo, e si propone di consistente gastronomicità. Se dico poi che è un vino ghiotto non voglio certo sminuirne la solenne austerità, che gli è pure consona. Anzi.

Bolgheri Superiore Foglio 38 2015 Fornacelle
(89/100)

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