Scatta la tolleranza zero per chi vende falso Prosecco

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Le sanzioni possono arrivare fino a ventimila euro, e in più c’è il penale. È quel che devono aspettarsi i furbetti del Prosecco. Perché il consorzio di tutela ha deciso di adottare la linea della tolleranza zero verso chi spaccia per Prosecco quel che Prosecco non è. Mica solo dal lato della produzione, anche da quello del commercio.
“È finito il tempo della comprensione, inizia la tolleranza zero” conferma Stefano Zanette, presidente del Consorzio di tutela del Prosecco doc, che continua dicendo così: “Tutti gli operatori dei diversi punti vendita, grazie anche alla collaborazione avviata con le associazioni di categoria, sono informati: l’unico Prosecco che possa essere servito è quello in bottiglia. Naturalmente parliamo di bottiglia dotata di contrassegno di Stato, ovvero la fascetta stampata dalla Zecca, unico strumento capace di garantire il Prosecco originale”.
La battaglia parte dalla zona di produzione. “Troppo spesso – si legge in un comunicato consortile – capita, anche in bar e ristoranti del Veneto, persino nel Trevigiano, di ordinare un Prosecco e vedersi servire un falso”.
A fianco del consorzio del Prosecco è schierata la Repressione Frodi. Gianluca Fregolent, responsabile dell’Icqrf del NordEst, conferma che il suo istituto “interverrà intensificando i controlli che già in questa prima settimana hanno portato alla denuncia di alcune irregolarità sia nella grande distribuzione organizzata, sia nel locali preposti alla mescita”.
Le sanzioni, s’è detto, sono pesanti. “Dopo aver sensibilizzato più volte e per diversi anni le associazioni di categoria – spiega Fregolent -, ora ogni vendita non coerente con il disciplinare verrà sottoposta alle adeguate misure: 4.000 euro per ogni errata rivendicazione della denominazione e in tutti gli altri reati scatta la segnalazione alla Procura”.
Rivenditore avvisato…