Pagare l’uva 55 milioni di euro, succede a Soave

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“La liquidazione destinata alla remunerazione delle uve conferite supera i 55 milioni di euro”. Bei soldi, eh? Ammettiamolo, fa impressione leggere una cifra del genere. Soprattutto se è quanto paga in un anno una sola cantina a chi le porta l’uva. Ecco, questa cifra viene dal bilancio della Cantina di Soave, colosso del mondo cooperativo, che controlla il 48% della doc del Soave, il 43% del Soave Classico e addirittura il 49% dell’intera doc della Valpolicella (con l’aggiunta del 70% di tutta la doc Lessini Durello, che sarà anche piccola rispetto alle altre due, ma comunque c’è). Sono 6 mila ettari totali di vigneto, nelle mani di 2.200 viticoltori associati, disseminati in 32 comuni. E poi 6 cantine di lavorazione delle uve e dei vini, 174 addetti.
Insomma, la Cantina di Soave è una realtà che incide profondamente nel tessuto sociale della porzione orientale della provincia di Verona. Il che la dice lunga su quale ruolo giochi e possa giocare il mondo cooperativo nel contesto vitivinicolo. Ma nel caso di Soave ancora di più potrebbe incidere una volta che arrivi a compimento il piano di riorganizzazione delle strutture produttive che è partito a febbraio, quando finalmente tutte le trafile burocratiche hanno concluso il loro iter: 55-60 milioni di euro di investimento per rifare soprattutto lo stabilimento di viale della Vittoria a Soave (già realizzato il nuovo mega depuratore, dalla capacità equivalente a una popolazione di 80 mila abitanti), portando la capacità di imbottigliamento dagli attuali 33 milioni di pezzi (che sono già il 52% del venduto totale della Cantina) all’ammontare fantasmagorica di 80 milioni di bottiglie. Ovvio, mica tutte a marchio aziendale, ché qui si imbottiglia anche per le private label della grande distribuzione. Però l’imbottigliato per conto proprio continua a crescere e ormai è al 58% del totale.
Il tutto grazie anche a una solidità finanziaria da capogiro, visto che il patrimonio netto ha continuato a crescere, passando dai 48 milioni del 2010 ai 55,5 milioni attuali. C’è poi una liquidità di 39 milioni di euro, utilissima per far fronte agli investimenti attesi senza eccedere nell’indebitamento. Aumenta anche il fatturato, cresciuto del 9% nell’ultimo anno, arrivando a sfiorare i 120 milioni di euro. Altra cifra che impressiona.
Questi e altri numeri li hanno sciorinati con palese soddisfazione in sede di presentazione di bilancio il presidente della Cantina di Soave Attilio Carlesso e il direttore generale Bruno Trentini. “Raramente – ha osservato Carlesso – si sono osservati nel mondo momenti così carichi di tensione e così irrazionali nei comportamenti politici ed economici, eppure anche in questo esercizio l’azienda è riuscita a conseguire risultati brillanti”. Capite? Dice “l’azienda”, ché qui tutto è effettivamente gestito con stringenti logiche aziendali, e i numeri sembrano dire che è una logica che funziona.