Ma il rosé può invecchiare?

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La domanda se il rosé si possa invecchiare può sembrare piuttosto peregrina. I vini rosati son fatti per essere bevuti giovani, e di solito col passare del tempo la loro freschezza fruttata decade, virando verso la spezia, se non verso l’ossidazione piena. Lo stesso loro colore passa dal rosa al ramato. Lo ha ricordato di recente anche Wine Spectator nella sua rubrica Ask Dr. Vinny. Però ci sono le eccezioni. E sono belle eccezioni.
Un’eccezione è quella menzionata proprio su Wine Spectator da James Laube, che ha raccontato di un’amica che a casa, come aperitivo, ha servito le patatine fritte e il guacamole, accompagnandoli con un rosé del 2007. Era il Bandol Rosé del Domaine Tempier, che è anche uno dei miei rosati preferiti.
“Effettivamente si beveva molto bene”, annota Laube. E poi spiega che il vino aveva un colore ramato chiaro ed era ancora fresco e vivace, coi suoi profumi di fragola, ciliegia e rabarbaro. “Non c’è motivo di far invecchiare ancora di più questo vino. Ma non c’è neanche da affrettarsi troppo per berlo” dice l’editorialista della rivistona americana.
Anche a me è capitato di bere dei bei rosé invecchiati. Ne ricordo nitidamente due, un Tavel (guarda caso) quasi decenne del Domaine de la Mordorée e un Bardolino Chiaretto di simile età de Le Vigne di San Pietro. Entrambi speziatissimi e nervosi.
Prima poi cominceremo a considerare i buoni rosati come grandi vini.


2 comments

  1. Mike Tommasi

    Ok Tempier e Mordorée, lo sai, sono i miei preferiti. Ma Le Vigne di San Pietro non le conosco. È grave, dottore?

  2. #angeloperetti

    #angeloperetti

    No, non è grave per niente. Ma occorre rimediare.

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